2016-01-18 14:14:00

"Imun" 2016: studenti ambasciatori Onu per un giorno


Circa 2.500 studenti, provenienti da 145 scuole italiane ed estere, alla scoperta della diplomazia e delle relazioni internazionali: saranno loro veri e propri ambasciatori per un giorno nelle assemblee dell’Onu e delle più importanti organizzazioni internazionali, grazie alla manifestazione dell’“Italian Model United Nations” (Imun), giunta alla quinta edizione. L’evento si è svolto nell’Auditorium della Conciliazione a Roma, primo appuntamento di una serie di incontri analoghi che oltre al Lazio si svolgeranno in Trentino Alto Adige, Sicilia, Campania e Puglia. Federica Baioni ha intervistato Riccardo Messina, presidente di UN Network:

R. – In questi giorni, per cinque giorni fino al 21 gennaio, 2.500 studenti provenienti da dieci diversi Paesi del mondo, divisi in 23 commissioni – le stesse commissioni delle Nazioni Unite – affronteranno i temi di politica internazionale di cui l’Onu si sta occupando in questo momento. Affronteranno tutto questo in lingua inglese, facendo finta di essere ambasciatori presso le Nazioni Unite di uno dei diversi 193 Paesi che ne fanno parte.

D. – Quindi, un’esperienza unica per i ragazzi delle nostre scuole, ma anche di quelle straniere, perché l’eco è internazionale. Ambasciatori per un giorno: quali sono le razioni di questi studenti in questa manifestazione singolare che li vede proprio delegati  - nella simulazione chiaramente - delle Nazioni Unite?

R. – Le emozioni sono diverse. Inizialmente c’è la paura, il timore di affrontare un’esperienza nuova. I nostri studenti non sono abituati nelle nostre scuole a vivere direttamente un’esperienza del genere. Sono abituati ad avere un insegnante che insegna loro delle nozioni che studiano e poi ripetono. Invece, durante questa esperienza i ragazzi interagiscono direttamente fra di loro in maniera orizzontale, affrontando dei temi che sono stati precedentemente sottoposti. Quindi, un’esperienza davvero singolare per loro. Però, dopo il primo imbarazzo iniziale, esce fuori tutta la loro vitalità e tutta la loro energia.

D. – I temi sono molti e all’ordine del giorno: dall’immigrazione alla finanza, dai diritti umani ai cambiamenti climatici, quindi di stretta attualità. Entrando nello specifico, cosa fanno nel dettaglio i ragazzi nella loro giornata tipo di lavoro?

R. – Prendo ad esempio una delle commissioni che stiamo simulando: l’Unesco. Quest’anno si sta occupando della tutela del patrimonio culturale siriano in tempo di guerra. Noi abbiamo sottoposto ai ragazzi che si trovano all’interno di questa commissione un tema che è stato approfondito con guide e documenti.  In questi giorni, i ragazzi dibatteranno il tema utilizzando le stesse regole di procedura delle Nazioni Unite e poi, alla fine, approveranno una risoluzione che sia la sintesi di tutte le posizioni presenti in commissione.

D. – Noi sappiamo che questo appuntamento si dipanerà poi per tutto il mese di gennaio e soprattutto in diverse città italiane. Ci vuole parlare di questa esperienza itinerante e di voi, organizzatori, che seguirete i ragazzi a stretto contatto?

R. – È un’esperienza molto bella e molto entusiasmante. C’è uno staff di 150 volontari straordinari e bravissimi che coopera insieme all’International Model of United Nation Association di New York nel dirigere le commissioni. In qualche modo, è un viaggio per la scuola italiana e, nonostante quello che si dice in giro, nonostante quello che potrebbe apparentemente sembrare, ciò che abbiamo notato in questi anni – e che stiamo notando durante questo simbolico viaggio per il Paese – è l’esistenza di realtà strepitose. La nostra scuola italiana ha fatto passi da gigante, soprattutto nello studio della lingua inglese. I ragazzi durante queste giornate parlano esclusivamente in inglese e sono davvero brillanti. Non è più il Paese degli Anni ’80, dove vi era una diffidenza nei confronti delle lingue straniere. I nostri giovani hanno fatto passi da gigante ed è il caso che il Paese se ne accorga.








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