“Ognuno di noi è responsabile del suo vicino: siamo custodi dei nostri fratelli e sorelle, ovunque essi vivano”. È una delle esortazioni alla solidarietà verso gli immigrati contenute nel Messaggio del Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra questa domenica. Linda Bordoni ha chiesto un commento alle parole di Francesco al direttore del Servizio internazionale dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS International), padre Thomas Smolich:
R. – The Holy Father’s message…
Il Messaggio del Santo Padre per la Giornata mondiale
dei rifugiati è commovente e penso faccia un lavoro meraviglioso nel catturare – direi
– le tre realtà essenziali dei migranti e dei rifugiati nel mondo di oggi. Il Santo
Padre inizia col dire che si tratta di una realtà strutturale: ci sono 60 milioni
di persone rifugiate in questo momento, migranti forzati sia dentro che fuori il loro
Paese, e molte altre persone che scelgono per varie ragioni di spostarsi da un Paese
all’altro. Alcuni anni fa avremmo potuto dire: “Questo sta accadendo qui, sta accadendo
là e i fatti non sono collegati”. Il Santo Padre ci dice e ci ricorda che adesso tutto
questo fa ormai parte del nostro mondo. Non possiamo vivere qui, non possiamo essere
cittadini della terra, senza fare i conti con il fatto che milioni di persone sono
in movimento contro la loro volontà. Come risponderemo a questo? Credo che l’affermazione
forte nella risposta del Santo Padre sia che siamo tutti fratelli e sorelle. Chiunque
voglia dire “Io sono io, io e la mia famiglia siamo qui e voi siete migranti e rifugiati”
sbaglia. Il Santo Padre dice che siamo tutti una famiglia, siamo tutti figli di Dio.
Dobbiamo cominciare da quel momento di grazia. Inoltre, penso che ci stia sollecitando
a mettere in pratica l’Anno della Misericordia. La frase della Genesi che mi piace
utilizzare è quando Dio chiede a Caino cosa sia successo a suo fratello Abele e Caino
dice: “Sono forse il guardiano di mio fratello?”. In senso retorico: che differenza
fa per me? Noi siamo i guardiani dei nostri fratelli e delle nostre sorelle: abbiamo
la responsabilità, abbiamo il dovere di aiutare coloro che hanno bisogno, di aiutare
le nostre sorelle e i nostri fratelli a essere concretamente vivi, pieni di speranza
e a pieno titolo figli di Dio. Il Santo Padre lo dice in maniera incredibilmente eloquente
nel Messaggio di quest’anno e spero che tutti noi faremo del nostro meglio per metterlo
in pratica.
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