2016-01-16 11:26:00

Gallagher: Papa a Cuba e negli Usa, dialogo ha portato frutti sosprendenti


Una riflessione sul rapporto tra Chiesa e mondo nel libro “Papa Francesco incontra il nuovo mondo”, in cui l’autore, don Gilfredo Marengo, ordinario di Antropologia teologica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, analizza i temi affrontati dal Pontefice nel suo viaggio a Cuba e negli Stati Uniti, lo scorso settembre. Il volume, edito dalla Lev, la Libreria Editrice Vaticana, è stato presentato ieri presso la Sala Marconi della Radio Vaticana. C’era per noi Elvira Ragosta:

Il viaggio di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti è stato un esempio di recezione dei temi conciliari. E’ quanto scrive don Gilfredo Marengo nel volume in cui ha analizzato i discorsi del Santo Padre nel viaggio più lungo del suo pontificato. Un viaggio storico, che ha sugellato la ripresa delle relazioni tra i due Paesi: Washington e L’Avana sul cammino della pace, dopo oltre 50 anni di gelo. Nel suo intervento mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati, fa riferimento alla “Laudato si'” e sottolinea come l’insegnamento di Papa Francesco sulla cura della casa comune si trovi in linea con l’intenzione del Concilio di aggiornare il rapporto con il mondo e di prendersene cura insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà:

"Senza esagerare, si potrebbe dire che il Santo Padre incarna lo spirito del Concilio e lo applica in uno spirito evangelico alle persone che incontra. Una parola chiave del Concilio Vaticano II e dell’attuale pontificato è 'dialogo'. Nella pubblicazione di don Gilfredo Marengo si mette in evidenza come, durante il viaggio del Papa a Cuba e negli Stati Uniti d’America, il dialogo abbia portato frutti sorprendenti: la crescente riconciliazione tra i due Paesi è un segno visibile del successo del paziente dialogo che da nemici rende interlocutori e - a Dio piacendo - forse un giorno anche amici".

Un viaggio nel “nuovo mondo” quello del Pontefice che diventa un viaggio nel mondo e attraverso il tempo, scrive don Gilfredo Marengo, che ai nostri microfoni aggiunge:

R.- Incontrando sia la società e il mondo di Cuba sia gli Stati Uniti, il Papa ha come attraversato tutti gli aspetti se vogliamo più affascinanti - e anche più drammatici - di quello che è stato chiamato il “Secolo breve”. E quindi si è misurato non soltanto con due realtà così significative nell’oggi, ma anche con tutto il portato di una storia recente di cui noi siamo figli ed eredi.

D. – È un viaggio nel quale Papa Francesco ha usato l’espressione “costruire ponti per costruire la pace”: un grande messaggio di pace non solo per Cuba e per gli Stati Uniti, ma per tutto il mondo…

R. – Certo. E soprattutto è un messaggio di pace che il Papa non soltanto chiede – giustamente – e proclama come valore decisivo, ma nel quale ha anche indicato tutti i passi con cui il tema della pace e del rispetto dei diritti delle persone, che sono classici anche della cultura statunitense, sono stati sviluppati punto per punto. Direi che uno degli aspetti più interessanti dei suoi discorsi è la capacità anche propositiva di quello che lui ha detto: ha valorizzato tutto ciò che ha incontrato e insieme ha cercato di accompagnare quello che fin qui è stato fatto verso un cammino ulteriore.

La libertà è un altro tema affrontato dal Pontefice nel discorso al Congresso statunitense, dove, sottolinea lo storico Riccardo Burigana, direttore del Centro per l’Ecumenismo in Italia, il binomio sogno-speranza è un merito che viene riconosciuto al Paese nordamericano ed è un termine che ci riporta ai temi conciliari:

“Riporta indietro al Concilio Vaticano II: la stagione della speranza. La speranza non è uno slogan pubblicitario, ma è un modo con cui i cristiani devono vivere la loro fede per cambiare il mondo, cominciando loro stessi a credere che la fede è una luce che supera ogni tenebra”.








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