2016-01-16 14:53:00

Card. Kasper: la misericordia è risposta ai segni dei tempi


E’ la misericordia la risposta ai drammatici segni dei tempi che il cardinale Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio dell’unità dei cristiani, ha elencato ieri sera, nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, nel primo degli incontri dedicati alla Divina Misericordia. Oggi è il tempo della misericordia: questo il messaggio del porporato. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

Violenza, indifferenza, ingiustizia, oblio di Dio, perdita della coscienza del peccato. Sono i segni dei tempi a 50 anni dal Concilio Vaticano II, identificati dal cardinale Walter Kasper in questo secolo che ancora conserva gli orrori del precedente. I segni per i quali la medicina, spiega il porporato, altro non è che la misericordia, che non è “un’astratta dottrina, ma è la risposta di Dio alla miseria umana”. Il cardinale Kasper:

“Papa Francesco, con il messaggio centrale del suo Pontificato, e con l’Anno della Misericordia, è in piena continuità con i suoi predecessori. Dio è misericordioso, questo non è un messaggio nuovo, anzi è il messaggio di Gesù e del Nuovo Testamento e, al contempo, è il messaggio adeguato al nostro tempo”.

La violenza, la brutta faccia del mondo, spesso commessa nel nome di Dio, la vediamo nelle ferite, fisiche e psichiche, dei profughi, dei rifugiati:

“Come guarire queste ferite, se non con la medicina della misericordia? Mostrare alle vittime della violenza che ci sono anche uomini che hanno un cuore aperto, che accolgono, che aiutano”.

La reazione alla violenza, così come al fraintendimento di un Dio violento, è la misericordia di un Dio ricco di amore e, così come lui, anche gli uomini devono esserlo:

“Oggi, il rimprovero fondamentale contro la religione, soprattutto contro le religioni monoteistiche, e pertanto anche contro il cristianesimo, suona come ‘il Dio monoteistico è violento’. Questo Dio onnipotente opprime tutti gli altri, nessuno spazio a una alternativa. Non abbiamo un Dio della vendetta, ma un Dio che perdona. Misericordia è il nome del nostro Dio: così dice Papa Francesco”.

La misericordia deve essere la replica anche alla globalizzazione dell’indifferenza tanto denunciata da Papa Francesco, evidente nell’odierna società “in dissoluzione” rispetto a quella del passato, quando si mostrava più “compatta” e “consolidata”:

“Questa misericordia non è un buonismo, un Dio che – per così dire – è solo gentile, innocuo, cosicché non prende sul serio il male e i peccati: no! C’è anche l’ira di Dio. Un aspetto della sua carità: perché Dio è amore, la sua ira brucia tutto il male che danneggia la sua buona creatura”.

Oggi cresce l’autoreferenzialità, che trascina con sé solitudine, freddezza sociale, isolamento, assenza del bene comune. Dio non è indifferente, è con i poveri, con i miseri, “considerati spesso come scarto”. Per essere con i poveri Dio “si è fatto piccolo”, e l’incarnazione è il segno più eloquente della sua misericordia, che all’uomo chiede di essere solidale, di uscire dal proprio egocentrismo e di mostrare empatia verso il prossimo:

“Molte di queste opere di misericordia oggi sono molto attuali: alloggiare, accogliere i pellegrini e i rifugiati, per esempio. Questo è un antichissimo comandamento, già nell’Antico Testamento e anche da Gesù. La xenofobia non trova alcuno spazio tra i cristiani, perché ogni uomo ha il diritto umano di trovare un posto per vivere sicuro, senza essere perseguitato o oppresso ingiustamente. Le opere di misericordia sono le uniche ricchezze che conteranno, alla fine”.

Un altro segno dei tempi del mondo oggi è l’ingiustizia, un’eccessiva e intollerabile differenza tra ricchi e poveri, ma i beni della terra appartengono a tutti e a tutti devono essere distribuiti. La giustizia di Dio è la sua misericordia che deve essere la giustizia di ogni cristiano, perché è la misericordia la lente per vedere il “giusto delle situazioni”. La radice di questi mali – continua il cardinale Kasper – altro non è che l’”oblio di Dio”, soprattutto in Europa dove le società sono secolarizzate, dove la religione sta diventando una cosa privata, dove vive l’ateismo di massa, dove Dio è diventato uno straniero. E la diretta conseguenza di tutto questo è la perdita della coscienza del peccato, la mancanza del senso della propria responsabilità, che conduce alla fuga da se stessi, alla alienazione.

Nella sua catechesi, il cardinale Kasper ripete che la “medicina” a tutto ciò è la misericordia di Dio che non giustifica il peccato, ma il peccatore, al quale dona una nuova chance:

“L’Anno della Misericordia è la risposta ai segni dei tempi. Il più profondo e il più urgente è la secolarizzazione in cui in molti sperimentiamo l’assenza di Dio che non di meno è presente tra di noi, nei nostri fratelli. Queste sfide richiamano tutti noi e richiamano tutta la Chiesa. Il Papa ha detto che la misericordia deve essere l’architrave della Chiesa, di una Chiesa dalle porte aperte per tutti. Una Chiesa non chiusa in se stessa, una Chiesa non per una élite che si crede devota e si distacca dagli altri, ma di una Chiesa in uscita, cioè una Chiesa missionaria. La misericordia possa essere l’anima di tale rinnovamento ecclesiale e, al contempo, il motivo di una nuova attrazione verso la fede cristiana e verso la Chiesa. Una tale Chiesa avrà futuro".

La misericordia è l’antidoto alla profonda crisi antropologica dell’odierna società, è l’espressione della trascendenza e della sovranità di Dio, di cui la preghiera è la forma più effettiva.








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