2016-01-15 12:15:00

Padre Nicolás: quello dei migranti è volto di Misericordia


“Grazie per averci mostrato la faccia della Misericordia e per aiutarci a scoprire il mondo”. Così il Preposito generale dei Gesuiti, il padre Adolfo Nicolás, ai rifugiati ospiti del Centro Astalli, intervenendo ieri a Roma, alla Chiesa del Gesù, all’incontro dedicato alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato di domenica prossima. C’era per noi Elvira Ragosta:

La storia di Samer, scappato due mesi fa da Damasco, con la moglie i due figli, miracolosamente scampati ad un attentato allo scuolabus che prendevano ogni giorno. Poi la testimonianza di Mary, fuggita dal Kenya, con sua madre e suo fratello dopo essere stati aggrediti in casa da terroristi. Sono i racconti di alcuni dei rifugiati accolti dal Centro Astalli, che ha celebrato la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato con un incontro dedicato alla solidarietà. Accanto a queste storie la preghiera del Preposito generale dei Gesuiti, padre Adolfo Nicolás, e 10 messaggi di pace recitati da 10 rifugiati provenienti da diversi Paesi, in diverse lingue. Tra loro anche Awas, scappato dalla Somalia nel 2008 perché ricercato dai miliziani al-Shaabab. Ci racconta il suo viaggio su un barcone di fortuna, l’arrivo a Lampedusa, poi a Roma e la sua ricerca di pace e di una vita nuova in Olanda…

R. - Lavoravo in nero, ma mi trovavo bene… Però dopo due anni mi hanno riportato qui in Italia come un criminale, per questo accordo chiamato il Trattato di Dublino.

D. – In Italia, dove è andato?

R. – Dove vanno tutti i migranti: alla Stazione Termini. Dormono lì, con un cartone, per la strada…

D. – Quando ha conosciuto il Centro Astalli?

R. – L'ho conosciuto dopo tanto tempo, dopo tanti problemi… Prima del Centro Astalli ho conosciuto delle suore, le suore salesiane della Casa di Don Bosco. Poi, proprio attraverso queste suore, ho conosciuto il Centro Astalli: sono loro che me lo hanno detto.

D. – Lei ha il diritto di asilo in Italia adesso?

R. – Si!

D. – E cosa fa?

R. – Adesso lavoro: ho un lavoro fisso. Non ho problemi, ho i documenti: sono tranquillo!

D. – Adesso lei che tipo di aiuto dà agli ospiti del Centro Astalli?

R. – Ho incontri con i ragazzi giovani, quelli delle medie, delle terze medie… Vado e racconto la mia storia.

Dalla Repubblica Democratica del Congo arriva invece Beatriz, rifugiata politica per il suo attivismo democratico. Grazie al Centro Astalli ha trovato accoglienza e la possibilità di studiare in Italia:

R. – Il Centro Astalli mi ha aiutato a fare tutte le procedure per essere riconosciuta come rifugiata politica. Quando sono arrivata ho fatto piccoli lavoretti, ma adesso sto studiando: sono all’università, faccio scienze infermieristiche.

Nel suo intervento sulle migrazioni, padre Adolfo Nicolás, superiore Generale della Compagnia di Gesù, ha ringraziato i rifugiati, “perché voi non siete ospiti - ha detto - ma contribuenti. Grazie per aiutarci a scoprire il mondo: la migrazione è stata sempre una fonte di bene per tutti i Paesi. Con la vostra esperienza – ha detto - ci avete mostrato il volto della misericordia” e ha aggiunto:

“Grazie anche perché ci avete mostrato la parte più debole e la parte più forte dell’umanità: la più debole, perché avete vissuto la paura, la violenza, la solitudine e i pregiudizi; ma anche la parte più forte dell’umanità, perché ci avete dimostrato come superare la paura, con il valore di prendersi dei rischi. Vi siete presi dei rischi che non tutti noi possiamo prendere.

Sul messaggio di questo incontro del Centro Astalli alla Giornata del migrante e del rifugiato nell’Anno del Giubileo della Misericordia, abbiamo intervistato padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli:

R. – I rifugiati e i migranti sono maestri di misericordia, perché le loro vite sono state segnate dalla violenza, dalle difficoltà, ma loro hanno saputo superare queste difficoltà e questa violenza e, arrivando nei nostri Paesi, ci danno una testimonianza che occorre andare oltre, che occorre riconciliarsi, che occorre la pace.

D. – Numerose le tragedie del mare; alcuni Paesi europei chiudono le frontiere; in Italia si discute del reato di immigrazione clandestina - se abolirlo o no - con tante polemiche. Lei cosa ne pensa?

R. – Purtroppo si sta ancora perdendo tempo! Questa, invece, sarebbe stata un'occasione per dire in modo chiaro che migrare è un diritto. Certamente bisogna anche in qualche modo regolamentare i flussi migratori, ma certo non trasformare la migrazione in un reato. 








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