2016-01-14 15:32:00

Leader curdi: solidarietà a cristiani perseguitati dall'Is


Il futuro del popolo curdo e il suo ruolo nella lotta contro il sedicente Stato Islamico sono stati al centro dell’inaugurazione dell’Intergruppo parlamentare di amicizia tra Italia e Kurdistan, presentato oggi al Senato. Un’occasione per riflettere anche sulle migliaia di cristiani perseguitati dall’Is. Il servizio di Michele Raviart:

Diviso in quattro Stati del Medio Oriente e da sempre in lotta per l’indipendenza, il popolo curdo è ora minacciato anche dall’estremismo islamico dell’Is, contro il quale combatte sul campo. Vittime come loro del jihadismo migliaia di cristiani, cacciati dalla Piana di Ninive in Iraq e che proprio nei campi profughi del kurdistan iracheno hanno trovato rifugio. Mala Baxtiar, segretario esecutivo dell’Unione Patriottica del Kurdistan:

R- (Parole in curdo)
Quando uno abbandona il suo Paese e va in un altro, quest’ultimo sarà il suo nuovo Paese a tutti gli effetti. In tutta la nostra storia abbiamo avuto un ottimo rapporto con i cristiani, che sicuramente rafforzeremo ancora di più: il cristianesimo è una parte della nostra storia e della nostra cultura.

Anche in Siria i cristiani, che prima della guerra erano 450 mila, sono stati allontanati a forza dai loro villaggi, spiega Salih Muslim Muhammad, co-presidente del Partito Democratico dell’Unione curdo, che nella regione del Rojava sta sperimentando forme di democrazia diretta e di inclusione delle minoranze:

R. – (Parole in curdo)
Il nostro impegno non è solo per il popolo curdo, ma per tutte le minoranze che hanno le proprie radici in quella zona della Mesopotamia. Quello che è successo a Ninive è una cosa grave e non solo per i cristiani, ma per tutti noi. In Sinjar sono andati a distruggere i templi degli yazidi, che sono presenti nella zona da migliaia di anni. Vogliono cancellare i cristiani, gli yazidi, anche i musulmani, tutte le persone che sono presenti in quella zona. Per questo motivo è molto importante che noi tutti lavoriamo insieme per vincere questa sfida. Noi invitiamo anche i nostri fratelli cristiani a tornare. I nostri combattenti, i nostri giovani sono diventati martiri per proteggere le chiese presenti nella zona. Viene richiesto a tutti noi di essere presenti e proteggere tutto questo.








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