I vescovi del Ghana criticano la decisione del Governo di Accra di accogliere due ex prigionieri di Guantanamo legati ad al-Qaeda, rilasciati dalle autorità statunitensi. In una dichiarazione diffusa l’11 gennaio e ripresa dall’agenzia Cns, i presuli chiedono all’Esecutivo di rispedire i due uomini nei loro Paesi di provenienza “nell’interesse del Paese ”. Il timore, infatti, è che possano costituire un pericolo per la sicurezza nazionale.
Un rischio per la sicurezza del Paese
“Se queste persone sono veramente innocue e sono state assolte dall’accusa di atti
terroristici sul suolo americano, come vogliono farci credere il nostro governo e
quello americano, perché - chiedono i presuli – non sono stati rinviati in Yemen,
Arabia Saudita o Afghanistan da dove provenivano, o portati negli Stati Uniti? Il
nostro Parlamento ha discusso i pro e i contro di questa decisione?”. Di qui l’appello
all’Esecutivo a non intraprendere azioni che possono avere serie conseguenze sul Paese:
“In passato il Ghana è stato aperto all’accoglienza dei rifugiati, ma questi uomini
– affermano - non rientrano in tale categoria. Non sono rifugiati, ma bombe ad orologeria
e il governo dovrebbe fare il possibile per rimandarli indietro al più presto”.
La minaccia di Boko Haram
A preoccupare i vescovi ghanesi è il rischio che i due ex-prigionieri possano creare
una nuova base per l’espansione in Africa Occidentale di Boko Haram, ormai affiliato
al sedicente Stato Islamico. “Il Governo – affermano – dovrebbe riflettere con lucidità
su come mettere in sicurezza le frontiere del nostro Paese per proteggerlo da attacchi
di questi gruppi terroristici in un prossimo futuro. L’avere accettato i due ex prigionieri
di Guantanamo - concludono i vescovi ghanesi - non è una buona mossa per la sicurezza
della Nazione”. (L.Z.)
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