2016-01-11 14:22:00

Regno Unito: incontro Primati anglicani su sfida della comunione


Prende il via oggi a Londra un incontro che si annuncia di fondamentale importanza per il futuro della Comunione Anglicana. All’incontro convocato il 16 settembre scorso dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby in vista della prossima Conferenza di Lambeth prevista per il 2018, parteciperanno i Primati delle 38 province che aderiscono alla Comunione anglicana in rappresentanza dei circa 85 milioni di fedeli presenti in 165 Paesi. All’ordine del giorno della riunione, che proseguirà fino al 16 gennaio, la revisione delle strutture ecclesiastiche e soprattutto la ricerca di un approccio complessivo alla gestione di questioni come l’omosessualità e l’ordinazione delle donne vescovo, sulle quali, soprattutto all’ultima Conferenza di Lambeth del 2008, sono emerse profonde divergenze, in particolare tra le comunità dei Paesi occidentali e quelle africane e asiatiche.

Una comunione più profonda fondata sul rispetto reciproco nella differenza
Questioni delicate, dunque, anche perché la Comunione anglicana non ha un’organizzazione centralizzata e ciascuna provincia gode di una forte indipendenza, sia sul piano disciplinare e organizzativo, che teologico, mentre la Chiesa d’Inghilterra, come “Chiesa madre”, gode solo dello status di prima inter pares. Un aspetto questo sottolineato dallo stesso Welby nella lettera di convocazione. “Ognuno di noi — si legge — vive in un contesto diverso. La differenza tra le nostre società e culture, così come la velocità di cambiamento culturale che si registra in gran parte dei Paesi del nord, ci inducono a dividerci come cristiani”. E, ciò nonostante “il comando della Scrittura, la preghiera di Gesù, la tradizione della Chiesa e la nostra comprensione teologica ci esortino all’unità”.  Da questa premessa, secondo il Primate inglese deve nascere non certamente uno sterile unanimismo, ma una comunione a un livello forse più profondo, una unità che sappia nutrirsi soprattutto del rispetto reciproco nella gestione delle differenze.

Trovare un equilibrio restando fedeli alla rivelazione di Cristo
Infatti, “la famiglia anglicana del XXI secolo deve trovare spazio anche per una critica e un dissenso profondo, fino a quando si resta fedeli alla rivelazione di Gesù Cristo”. Si tratta, quindi – sottolinea Welby - di arrivare a un sapiente equilibrio nella consapevolezza che “non abbiamo nessun Papa anglicano” e “che la nostra autorità come Chiesa si trova, in ultima analisi, nella Scrittura, correttamente interpretata”

Ospite della riunione il cattolico Jean Vanier
L’ordine del giorno definitivo — si legge in un comunicato diffuso da Lambeth Palace — sarà fissato di comune accordo con tutti i Primati. Alla riunione – riferisce L’Osservatore Romano - è stato invitato anche il pensatore cattolico Jean Vanier. Una scelta che conferma la strada del dialogo ecumenico, in particolare con il mondo cattolico, intrapresa da Welby che, come si ricorderà, nel novembre scorso aveva invitato il predicatore della Casa pontificia, padre Raniero Cantalamessa, a offrire una riflessione in occasione dell’apertura dei lavori del Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra.  (A cura di Lisa Zengarini)








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