2016-01-11 12:48:00

Colonia: aumentano denunce per attacchi contro le donne


In Germania, sono salite a 516 le denunce per le violenze compiute contro le donne nella notte di capodanno a Colonia. Anche nella città di Bielefeld, in Westfalia, 500 uomini avrebbero forzato l'ingresso in una discoteca molestando molte donne. Il ministro della Giustizia tedesco, Heiko Maas, afferma che gli attacchi sono stati "organizzati" ma mette in guardia dalle strumentalizzazioni xenofobe. La polizia, però, nega che ci siano state pianificazioni. Secondo il ministro dell'Interno del Nord Reno Westfalia, Ralf Jaeger, le violenze sarebbero state compiute in gran parte da stranieri e migranti. Si ha notizia, intanto, delle prime rappresaglie a Colonia contro dei profughi. Nell’intervista di Fausta Speranza, la riflessione di Daniele De Luca, docente di relazioni internazionali all’Università del Salento:

R. – Quello che all’inizio era sembrato come un episodio estremamente “antipatico” – uso questo termine ma ne vorrei usare altri sicuramente più pesanti – nei confronti delle donne, invece si sta rivelando come un possibile progetto per creare ulteriore instabilità e insicurezza nelle persone in Europa. Se stiamo alle parole del ministro tedesco che ha parlato di un possibile complotto o di azioni coordinate, allora il progetto sembra particolarmente difficile da gestire. È notizia di queste ore come anche il capo della Polizia di Vienna abbia invitato le donne a non uscire da sole la sera. E questo crea – ripeto – particolari difficoltà e insicurezza nelle persone.

D. – Questo "terrore" delle donne di uscire sole è anche una forma di terrorismo, le pare?

R. – È una forma di terrorismo estremamente viscida, nascosta, che comunque colpisce in alcuni casi persone più deboli. Nel senso che piccoli gruppi di donne, di una o due donne da sole - ma anche gruppi di uno, due uomini da soli, sono comunque degli obiettivi - creano quello stato di terrore e di insicurezza che non permette alle persone di vivere una vita normale così come l’abbiamo conosciuta fino a poco tempo fa. Ora, quanto questo progetto sia stato veramente pianificato per raggiungere un obiettivo preciso, questo al momento non ci è dato di sapere e credo sarà estremamente complicato scoprirne i dettagli. Ma questo fa alzare, se possibile, il nostro livello di guardia. Io credo che negli ultimi tempi, per tutta una serie di ragioni, e grazie anche alla forza della nostra democrazia, il nostro livello di guardia, della sicurezza, si era un po’ abbassato. Forse, allora dovremmo ricominciare ad alzarlo e non soltanto nel guardarci intorno per possibili attacchi terroristici, ma – come lei ha detto giustamente – il terrorismo comincia a prendere delle facce estremamente diverse l’una dall’altra.

D. – In un Occidente che, ovviamente, deve fare “mea culpa” per la strumentalizzazione del corpo femminile, per tutti i femminicidi di cui abbiamo spesso parlato anche se non abbastanza visto che proseguono, colpire la donna significa colpire i principi democratici dell'Europa...

R. – Esattamente. Ci sono voluti in Occidente anni, decenni, secoli, per poter arrivare alla libertà di espressione della donna. Noi dobbiamo sicuramente fare un “mea culpa” per quanto riguarda i femminicidi. E c’è da dire anche sull’uso del corpo delle donne sui media: a volte è una libera scelta delle donne stesse, a volte no. In ogni caso, toccare le donne vuol dire toccare i principi stessi della democrazia europea, perché – lo ripeto – ci è voluto tantissimo tempo prima che le donne potessero conquistare i loro diritti, esprimersi, fare le stesse scelte e avere le stesse opportunità degli uomini. Non dimentichiamo che le donne hanno potuto votare in Europa molto tardi: in Italia addirittura soltanto nel 1946 siamo arrivati al suffragio universale. Le limitazioni e le discriminazioni ancora accadono in tantissimi Paesi, ma non devono accadere qui, in Europa, perché veramente poter affermare e difendere i diritti delle donne vuol dire affermare e difendere i diritti di chiunque di noi abbia la possibilità e la voglia di esprimere una qualsiasi idea.








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