Il cimitero adiacente al monastero salesiano di Beit Gémal, nella città israeliana di Beit Shemesh, a ovest di Gerusalemme, è stato profanato e le croci di legno e di cemento poste su molte tombe sono state distrutte. L'episodio di vandalismo sacrilego risale alla metà di dicembre, ma solo nelle ultime ore ne hanno dato notizia le fonti ufficiali del Patriarcato Latino di Gerusalemme. La polizia locale - riporta l'agenzia Fides - ha aperto un'inchiesta contro ignoti, ma nessuno per l'atto vandalico ha presentato denunce a carico di individui o gruppi specifici.
Atti vandalici nell'area anche nel 2014
Nella notte tra il 31 marzo e il primo aprile del 2014, sempre nell'area di Beit Shemesh,
ignoti vandali avevano tracciato scritte blasfeme sulle mura di due case appartenenti
al Monastero cattolico latino di Deir Rafat. Le suore del monastero, appartenenti
alla Famiglia monastica di Betlemme, dell'Assunzione della Vergine Maria e di San
Bruno, avevano in quell'occasione riferito all'agenzia Fides che tra le scritte tracciate
in ebraico, alcune esprimevano “frasi blasfeme contro Gesù e la Vergine Maria”. Altre
scritte invocavano “vendetta” e accusano di “nazismo” la Germania e gli Stati Uniti.
Anche alcune auto parcheggiate nella zona erano state vandalizzate.
Attacchi a chiese e moschee di gruppi oltranzisti legati ai coloni
Il vandalismo subito dal Monastero di Deir Rafat rienrava nella serie di atti intimidatori
compiuti a danno di monasteri cristiani a partire dal febbraio 2012. Da allora, in
più occasioni, siglandosi con la formula “il prezzo da pagare” (price to tag), gruppi
oltranzisti vicini al movimento dei coloni hanno portato attacchi ai danni di luoghi
di culto - chiese e moschee – frequentati dalla popolazione araba. (G.V.)
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