2016-01-08 13:42:00

Colonia: 31 arresti. Slovacchia: no a profughi musulmani


Le molestie sessuali denunciate da tantissime donne a Colonia nella notte di San Silvestro sono "atti ripugnanti e criminali assolutamente inaccettabili per la Germania". Angela Merkel prende la parola sulle aggressioni di massa, non escludendo la via delle espulsioni rapide. I tedeschi - dice la cancelliera tedesca - hanno diritto a una risposta adeguata alle gravi circostanze, con misure giuridiche e interventi sulla sicurezza. La Merkel ritiene importante
"che la piena verità sia messa sul tavolo" senza "sconti ed edulcorazioni". Diversamente si avrebbe un "danno" allo stato di diritto e alla grande maggioranza dei profughi che non ha alcuna colpa e cerca protezione. La polizia di Colonia, intanto, ha fermato oggi 31 sospetti, di cui 18 richiedenti asilo: si tratta di 9 algerini, 8 marocchini, 4 siriani, 5 iraniani,1 iracheno, 1 serbo, 1 statunitense e due tedeschi. C’è poi da segnalare la dura presa di posizione della Slovacchia dove il premier, Robert Fico, annuncia di voler chiudere le frontiere ai profughi musulmani. Di queste dichiarazioni parla, nell’intervista di Fausta Speranza, Giandonato Caggiano, docente di diritto dell’Ue all’Università Roma Tre:

R. – Ci troviamo di fronte ad osservazioni critiche, perché sono sicuramente contrarie sia al diritto dell’Unione che alla Convenzione europea dei diritti umani, in quanto pongono l’accento su una discriminazione di tipo religioso, che è inammissibile sia nell’ordinamento dell’Unione che nella Convenzione europea dei diritti umani.

D. – Ci dice un po’ in dettaglio perché?

R. – Sì, nel diritto dell’Unione Europea abbiamo due direttive – la n° 43 del 2000 e la n° 78 del 2000 – che rispettivamente vietano la discriminazione per motivi di origine etnica e motivi di tipo religioso. Queste due direttive, quindi, sono considerate il perno della democrazia. Si applicano chiaramente anche ai cittadini degli Stati terzi, ai cittadini stranieri, anche se nelle direttive medesime c’è scritto che non possono mettere in discussione le politiche di immigrazione in cui ci può entrare la nazionalità. Ma la base religiosa ed etnica della discriminazione è certamente vietata ed è vietata anche dall’art. 9 della Convenzione europea dei diritti umani sulla libertà di religione, in combinato con l’art. 14 che vieta le discriminazioni. Ancora più in generale, posso dire che si tratterebbe di una violazione ex 7 del Trattato dell’Unione Europea, vale a dire una di quelle gravi violazioni dello Stato di diritto che possono portare alla perdita del voto di uno Stato.

D. – Diversa è invece la posizione della Germania, che parla di espulsioni immediate con procedimenti più rapidi, nel caso vengano riconosciuti colpevoli alcuni in particolare di questi presunti profughi, che stavano in piazza a Colonia…

R. – Certo, questo è un argomento molto serio, sia per gli immigrati che per i rifugiati, perché coloro che ricevono lo status sono ormai equiparati agli immigrati a lungo soggiornanti ormai, dal 2011. Per entrambe le categorie - quella generale degli immigrati e quella più specifica dei rifugiati - non può esistere un concetto di impunità dalle leggi, in particolare dalle leggi penali. Certo, si pongono dei problemi di attuazione del provvedimento di espulsione. L’unico divieto, infatti, che esiste è quello di non rimandare nel Paese di origine una persona che ha il beneficio della protezione internazionale. Certo, quindi, se fossero rifugiati, non potrebbero essere rimandati nel Paese di origine e tecnicamente può risultare difficile mandarli da qualche altra parte. Ma per gli immigrati, che non beneficiano di questo elemento della protezione, evidentemente è possibile l’espulsione, cosa che si fa anche abbastanza regolarmente in Italia, con l’alternativa del carcere, per chi ha commesso dei reati. Naturalmente, ripeto, per quello che riguarda i rifugiati, che sono ormai in Germania una gran parte degli ultimi arrivi, ci sono queste difficoltà: che si possono rimandare dappertutto, ma non nel Paese di origine.








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