2016-01-06 10:06:00

L'Orchestra di S. Cecilia esegue dal vivo "Fantasia" di Disney


Natale all’insegna della gioia e della creatività. E’ quanto propone, fino a venerdì 8 gennaio, l’Accademia di S. Cecilia, che porta in Italia per la prima volta il capolavoro di Walt Disney “Fantasia” con le musiche eseguite dal vivo dall'orchestra di Santa Cecilia diretta da Keith Lockhart. Adatta ad ogni età, la versione proposta all’Auditorium Parco della Musica, unisce brani del film originale del 1940 con altri del successivo Fantasia 2000. Uno spettacolo unico, per un capolavoro che compie 75 anni, come racconta al microfono di Gabriella Ceraso il presidente e sovrintendente dell’Accademia, Michele Dall'Ongaro:

R. – “Fantasia” è probabilmente il più celebre cartone animato che utilizza la struttura musicale come elemento base di una drammaturgia, intorno alla quale costruire un racconto, come quello di Topolino con l’Apprendista stregone o la sesta Sinfonia di Beethoven ambientata nell’Olimpo. Questa combinazione di musica, chiamiamola classica, e di fantasia è un esperimento giudicato all’epoca del tutto azzardato e visionario, tanto è vero che in pochi scommisero sulla fortuna di questa esperienza, ma che invece è diventato un classico, per cui a Roma c’è un doppio intento: rivisitare un capolavoro in chiave innovativa con la musica dal vivo e anche avvicinare alla musica classica un grande pubblico che ha tutto il diritto di conoscerla.

D. – Beethoven, Debussy e Tchaikovsky sono solo alcuni dei nomi; in realtà questo film ha dato nuova vita a partiture già notissime vero?

R.  – E’ così, perché Disney e i suoi hanno inventato in un certo senso il video, perché questa idea di mettere insieme immagini e musica – e questa è la parte geniale, le immagini sono sempre evocate da un elemento musicale, non sono appiccicate a caso – questo connubio, in questa maniera così approfondita, non si era mai studiato, è un linguaggio totalmente nuovo. Da questo punto di vista, le esperienze non sono state poi molte. Ricordiamo solo un’esperienza italiana piuttosto bella, ben riuscita, con “Allegro ma non troppo”, se non ricordo male, che è un cartone animato di Bruno Bozzetto, ispirato un po’ al criterio di Fantasia, naturalmente realizzato con meno mezzi, ma non con meno creatività. E infatti stiamo studiando la possibilità di dedicare questa Befana e anche le prossime sempre a esperienze di questo genere, in modo che il pubblico sappia che Santa Cecilia per la festa della Befana prepara una sorpresa per grandi e piccini, perchè la musica è di tutti.

D. – E’ anche vero che in questo periodo di festa questo spettacolo è un po’ un modo per rilanciare un messaggio di grande delicatezza, perché Disney in queste immagini ha una grande delicatezza oltre ad avere una grande efficacia. E' così?

R. – Sì,ma c’è anche un’idea di virtuosismo, perché bisogna sempre pensare che la musica sarà in sincrono con le immagini: cioè, diversamente da come è stato fatto per il film dove il montaggio è stato fatto ovviamente sulla musica, il direttore che è molto esperto, ed è straordinariamente capace, questo giovane inglese, avrà il sinc in cuffia, avrà cioè dei segnali in cuffia che gli permettono di dirigere col tempo giusto ogni singola sequenza e l’orchestra dovrà andargli dietro, quindi c’è anche una scommessa virtuosistica. E’ quindi una cosa abbastanza spettacolare… Ci sono tante cose dentro questo spettacolo: la grande musica, Disney, le immagini, la delicatezza e anche l’idea di accoglienza perchè, in un momento come questo, dove i luoghi di ritrovo sono visti con sospetto a causa delle terribili notizie che giornali ci ha riportano,  vedere che non ci si nasconde dentro casa ma che invece i grandi luoghi di aggregazione possono ospitare spettacoli per tutti e essere luoghi di accoglienza popolare e di qualità, è una bella cosa.

D. – Lei è  un compositore, nel tempo, dopo Disney, questo tipo di esperienza ha generato altro interesse cioè l’immagine del cartone animato attrae i compositorii?

R. – Secondo me straordinariamente. Ci sono state esperienze di nicchia, fatte con animazione, alcuni compositori che hanno rivisitato vecchie pellicole sperimentali dell’avanguardia tedesca degli anni ’30, ad esempio, perché sono linguaggi che si prestano in qualche modo. E io credo che ci sia un grandissimo sviluppo in quella direzione. Molto è stato fatto, soprattutto a Londra, da gruppi di giovanissimi musicisti e videomaker, ma io ho l’impressione che ci sia tutta una strada che merita di essere perseguita e credo che Santa Cecilia non rimarrà a guardare.








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