2016-01-05 12:12:00

Sud Sudan. Vescovo: dialogo, mai cedere alla disperazione


“Non cedere alla disperazione, alla paura, al dominio diabolico della violenza, ma perseverare nel dialogo e in tutte le iniziative che possano portare a una rapida fine delle violenze” in Sud Sudan. Con questo accorato appello mons. Barani Eduardo Hilboro Kussala, vescovo di Tombura-Yambio, capitale dello Stato meridionale dell’Equatoria Occidentale, si è congedato dal 2015.

2015, anno di scontri
Un anno segnato fino alla fine da violenti scontri tra l’esercito fedele al presidente, Salva Kiir, e una milizia locale, nonostante gli accordi di pace firmati in agosto tra il governo di Juba e l’ex vicepresidente, Riek Machar, per mettere fine alla guerra civile scoppiata nel dicembre 2013. Dopo quelli negli Stati settentrionali di Unity e Alto Nilo e quello orientale di Jonglei, i combattimenti degli ultimi mesi si sono concentrati in particolate a sud, nell’Equatoria occidentale, costringendo alla fuga decine di migliaia di civili.

Violenze al Teacher Training College di Yambio
L’ultimo grave episodio di violenza ha coinvolto il Teacher Training College di Yambio, un centro di formazione per insegnanti gestito da “Solidarity”, un gruppo di missionari cattolici impegnato, con il sostegno dei vescovi sudanesi, in diversi programmi pastorali di formazione e di assistenza psicologia alle popolazioni del Sud Sudan, vittime della guerra. Nella notte tra il 28 e il 29 dicembre scorsi, cinque miliziani armati hanno fatto irruzione nella scuola chiedendo alle religiose armi, soldi e altre suppellettili. L’attacco non ha provocato vittime, ma ha profondamente scosso il personale e tutta la comunità cattolica locale. E profondo turbamento e “tristezza” per quanto accaduto sono stati espressi da mons. Kussala nel messaggio di fine anno che, tra l’altro, ricorda l’encomiabile lavoro svolto “Solidarity with South Sudan” a favore dei più poveri e vulnerabili nel Paese.

Un appello per la pace
Il messaggio rivolge quindi un accorato a tutto il popolo del Sud Sudan, in particolare del Western Equatoria, alle chiese e ai musulmani a unirsi in preghiera in questo perdurante clima di violenza e insicurezza. La paura, osserva il presule, non deve indurre a “rinunciare alla lotta per creare una società diversa e migliore. Adesso più che mai siamo chiamati ad essere testimoni di speranza. Come persone di fede – continua il presule – dobbiamo chiedere ai nostri rappresentanti politici di implementare l’accordo di pace e alle milizie amate di porre fine a questa violenza insensata che continua a uccidere vite innocenti”. In conclusione, mons. Kussala esprime l’auspicio che nel 2016 resti viva tra i fedeli la consapevolezza del dovere di partecipare attivamente alla missione di Dio per allontanare il buio che grava sul Paese: “Così facendo – afferma – porteremo agli altri quella luce della presenza di Dio che si chiama pace”. (L.Z.)








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