2016-01-03 14:30:00

Anno Santo a Mauritius: ne parla mons. Piat


“Riscoprire un tesoro nascosto: la presenza di Dio con noi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi”: è questo il senso del Giubileo straordinario della misericordia, indetto da Papa Francesco. A sottolinearlo è mons. Maurice Piat, vescovo di Port-Louis, nelle Isole Mauritius che, in una riflessione pubblicata sul sito web diocesano, scrive: “L’Anno Santo è l’occasione per rendere grazie a Dio per tutte le piccole luci con cui illumina le nostre vite e che testimoniano, umilmente, la sua vicinanza”.

Donare attenzione al prossimo per mostrargli il volto di Dio

Ma il Giubileo offre anche l’opportunità, sottolinea il presule, di “rileggere la nostra vita per riscoprirvi tutti coloro che ci donano la loro presenza gratuita”, “facendoci del bene”. Guardando, poi, alle festività natalizie, il presule ricorda che “il regalo più grande che si può fare al prossimo è quello di donargli un po’ del nostro tempo, del nostro ascolto, della nostra attenzione, del nostro incoraggiamento” perché “tutto questo potrà portare nella sua vita un piccolo riflesso della presenza di Dio che trasforma l’esistenza”.

Dio è la speranza che illumina la nostra vita

Tuttavia, spiega ancora il presule, il cambiamento che Dio porta nella vita di ciascuno non è “un mutamento spettacolare” bensì è qualcosa di diverso: “È la speranza che illumina il cammino, la forza tranquilla che dimora nell’amore e che lo fortifica, la gioia pacifica che ci permette di andare avanti, con coraggio, nei momenti di difficoltà”, perché il  Signore, “in modo umile e discreto, nella Sua misericordia, si fa prossimo a ciascuno di noi”.

Allarme per famiglia, vittima di indifferenza e persecuzioni arbitrarie

La riflessione del presule si allarga, poi, alla famiglia ed alla sua importanza: facendo un paragone tra la famiglia contemporanea e la Sacra Famiglia, mons. Piat ricorda come essa sia stata “esposta, come tante altre, all’indifferenza generale, rimanendo vulnerabile di fronte alla persecuzione arbitraria dei potenti e costretta all’emigrazione forzata, per avere salva la vita”. Di qui il richiamo conclusivo del presule mauriziano a vivere “la gioia del Natale non come un semplice fuoco di paglia, ma piuttosto come una brace che brilla più discretamente, ma riscalda più a lungo”. (I.P.)








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