2016-01-02 14:06:00

Patriarca Twal: israeliani e palestinesi abbandonino la violenza


“Nell’anno che si apre oggi, continueremo a pregare per la pace nella nostra terra, perché gli israeliani e i palestinesi abbandonino le vie della violenza e si mettano sulla strada che conduce alla pace. Il Signore, quando sarà venuto il momento, ci accorderà pace e riconciliazione”. Lo ha detto il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal,  nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio e per la Giornata mondiale della pace, celebrata ieri, 1° gennaio, nella chiesa concattedale del Patriarcato latino di Gerusalemme. 

Il bene morale nasce dall’amore
​Nell’omelia - riferisce l'agenzia Sir - mons. Twal ha esortato a non lasciarsi vincere dal male ma a rispondere con “la generosità e con il perdono”. “Il male – ha spiegato – non è una forza anonima. Il male passa attraverso la libertà umana. Il male ha sempre un viso e un nome: il viso e il nome degli uomini e delle donne che l’hanno scelto liberamente e che noi conosciamo. E se andiamo a cercarne le componenti più profonde, il male è, in definitiva, una tragica rinuncia alle esigenze dell’amore. Al contrario, il bene morale nasce dall’amore, si manifesta come amore ed è orientato all’amore”. 

Appello contro la vendita delle armi
Il patriarca si è soffermato sull’Anno Santo della misericordia che, ha detto, “ci impone di lasciarci coinvolgere sempre e in modo responsabile per far sì che la vita delle persone e dei popoli sia rispettata e promossa. Non possiamo che stigmatizzare con vigore i mali di carattere sociale e politico che affliggono il mondo. Non possiamo che condannare la vendita di armi”. 

La preghiera per i capi politici
Il pensiero di Twal si è rivolto poi all’Iraq e alla Siria, alla “minacciosa situazione” della Terra Santa, dove “non si arriva ancora, nella verità e nella giustizia, a riallacciare i fili della reciproca comprensione”, al terrorismo, “che sembra spingere il mondo intero verso un futuro di paura e di angoscia. È vero: noi abbiamo paura, il mondo ha paura, e le bombe atomiche che accumuliamo non servono a niente”. Da qui l’esortazione finale, per l’anno nuovo, “a pregare per i capi politici” e a “condividere con tutti gli abitanti di questa terra le loro gioie e le loro pene”. (R.P.)








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