2016-01-02 14:00:00

In Georgia per ridare speranza ai bimbi con malformazioni facciali


Emergenza Sorrisi, la Ong che opera i bambini affetti da malformazioni facciali è tornata di recente dalla missione umanitaria in Georgia, nella capitale Tbilisi. Grazie alla collaborazione tra la Ong e l’ospedale della città, sono stati operati molti piccoli pazienti. Al microfono di Maria Cristina Montagnaro, il presidente dell'organizzazione, Fabio Massimo Abenavoli, racconta che situazione hanno trovato:

R. – Io ero stato già alcuni anni fa in Georgia, dopo gli eventi bellici e - diciamo - l’invasione della Russia, ed era una situazione molto drammatica. Ora devo dire – a distanza di sette anni – la situazione si è molto rasserenata: c’è una gran voglia di crescita, una grande energia; ci sono molti giovani e molta attività. Noi siamo andati per portare avanti un progetto: creare un centro di riferimento per le patologie del volto, quindi il labbro leporino, la palatoschisi e tutte le deformità connesse a queste patologie nei bambini.

D. – Quanti bambini avete operato?

R. – Abbiamo fatto molta formazione: abbiamo fatto operare i medici locali e abbiamo visitato molti bambini, le cui famiglie sono venute anche dalle zone limitrofe di Tbilisi, malgrado la situazione dal punto di vista climatico ora è abbastanza pesante, perché fa molto freddo e si muovono con difficoltà. Era stata fatta una campagna di informazione e quindi – malgrado il clima – sono venute molte persone. Ci riserviamo quindi di continuare questo progetto per operare un numero importante di bambini nei prossimi 3-4 mesi.

D. – Restituire il sorriso ai bambini che cosa significa?

R. – In questo contesto significa dare l’opportunità ai medici locali di creare le condizioni per poter lavorare con la propria energia e con le proprie competenze a favore di queste famiglie e di questi bambini. Lei consideri che in questi contesti un bambino con questa deformità viene ancora emarginato: per i medici è difficile trattarli e non hanno una organizzazione tale che permetta loro di prendere in carico questi bambini, ridandogli quella che è la serenità.

D. – Voi siete stati anche in Iraq, a Nassiriya. Non è un po’ rischioso in questo periodo svolgere le vostre missioni?

R. – Noi siamo passati in Turchia, dove siamo stati parecchie ore in aeroporto: devo dire che c’è un clima di grossa preoccupazione. Siamo stati in Iraq due settimane fa e prossimamente torneremo di nuovo in Iraq e anche in Afghanistan… Io credo che se uno ha fede e comprende che quello che fa è rimettere i propri doni a favore degli altri, tanto più che siamo in un anno particolare, l’Anno giubilare: per cui cercare di portare avanti questi percorsi ritengo che sia fra le cose che ci danno maggiore garanzia e sicurezza.

D. – Come finanziate le vostre missioni umanitarie?

R. – Noi abbiamo diverse attività, che si possono vedere anche sul nostro sito… Abbiamo veramente tante attività.








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