I vescovi indiani chiedono che nelle scuole pubbliche del Paese vengano studiate tutte le religioni e non solo quella indù. Il governo guidato dal partito filo-induista del Bharatiya Janata Party (Bjp) sta studiando l’ipotesi di introdurre in tutte le scuole lo studio del Bhagavadgita, il libro sacro più celebre della tradizione indù.
In una democrazia non si può promuovere una sola religione
“L’ideale sarebbe di integrare i testi sacri di tutte le religioni nei curricula scolastici”,
ha dichiarato all’agenzia Ucan il portavoce della Conferenza episcopale indiana (Cbci).
padre Gyanprakash Topno. “In una democrazia non si può promuovere una sola religione,
non sarebbe una cosa buona”.
Lo studio di tutte le religioni nelle scuole rafforzerebbe l’unità nazionale
L’idea di introdurre nella scuole l’insegnamento dei testi sacri indù ha riguadagnato
terreno dopo la vittoria del presidente Narendra Modi nel maggio 2014. Negli Stati
Haryana e nel nord- Rajastan i governi locali guidati dal Bjp hanno già annunciato
la prossima introduzione del Bhagavadgita nelle scuole, nonostante la contrarietà
delle minoranze per le quali si tratterebbe di un tentativo di “induizzare” l’educazione.
Secondo padre Topno l’introduzione del libro sacro di una sola religione nelle scuole
violerebbe il carattere laico del Paese: “Fare studiare nelle scuole i vari libri
sacri aiuta a rafforzare l’integrazione, la pace e l’armonia” nel Paese, ha detto
il sacerdote. Un giudizio condiviso dall’arcivescovo di Bhopal, mons. Leo Cornelio,
che sottolinea l’importanza di dare ai ragazzi la possibilità di conoscere la Bibbia,
il Corano e i testi sacri di altre religioni. (L.Z.)
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