2015-12-31 14:30:00

Roma: prima unità mobile pediatrica per famiglie in difficoltà


Una rete di assistenza e solidarietà sul territorio in favore della parte più debole della comunità presente a Roma. L'auspicio del Santo Padre ha trovato una risposta concreta nella collaborazione tra Vicariato di Roma, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e Cooperativa Osa. Si chiama "Non ti scordar di me" ed è attivo dal mese di novembre il progetto che prevede la prima unità mobile pediatrica per tutelare la salute dei bambini e delle famiglie in difficoltà nelle periferie di Roma. Federica Baioni ha intervistato sull'argomento il presidente di Osa, Giuseppe Milanese.

R. – Abbiamo strutturato questo progetto, il cui nome è stato ideato dalla dott.ssa Giampaolo del Bambin Gesù, “Non ti scordar di me”, abbiamo raccolto dei fondi e costruito un camper dedicato ai bambini. Con questo camper, quindi, spostiamo dei medici volontari del Bambin Gesù insieme a degli infermieri della cooperativa Osa nelle parrocchie che ci accolgono. Qui si creeranno dei punti di informazione per le famiglie e i pediatri del Bambin Gesù faranno attività di formazione, prevenzione e cura, nelle periferie di Roma.

D. – Questo progetto sarà itinerante, partirà da Roma. L’idea è già sviluppata su territorio nazionale?

R. – Sì, partirà da Roma e poi vedremo cosa si può fare. Quando si affrontano queste tematiche bisogna costruire affinché non sia solo demagogia e slogan, costruire passo dopo passo. Il 28 febbraio, nell’incontro, nell’udienza con Confcooperative il Santo Padre disse una frase che è rimasta nel cuore di molti di noi: “Sarebbe bello se le cooperative, gli ospedali – se penso al Bambin Gesù – e le parrocchie si mettessero insieme per costruire una rete di solidarietà”. Abbiamo raccolto questo invito, ci siamo incontrati e abbiamo pensato di partire dai più piccoli, per poi arrivare non solo sul territorio nazionale, ma anche ad altre fasce della popolazione. Pensiamo ad un’altra tipologia di assistenza che il Santo Padre ci ha sollecitato sempre quel giorno: l’assistenza agli anziani soli. Come dicevo all’inizio, bisogna partire e andare passo passo. Abbiamo, dunque, messo su un primo camper e stiamo andando per le periferie di Roma e nelle parrocchie. Poi vedremo cosa nascerà da questo seme.

D. – In ultima battuta, un aneddoto rispetto agli incontri che ci sono già stati nella nostra città con questo progetto e soprattutto l’incontro con i più piccoli. Qual è stata la loro reazione?

R. – La reazione è stata bellissima nella parrocchia di Santa Maria Madre dell’Ospitalità proprio nella periferia di Roma, una parrocchia peraltro carica di solidarietà grazie a persone veramente eccezionali. Mentre i bambini giocavano a nascondino nel camper e lo riempivano di allegria, qualcuno di loro veniva acciuffato per verificarne lo stato di salute. Abbiamo quindi strutturato un camper che fosse per i più piccoli nell’immagine e nei colori. Come ha detto un bambino: “E’ l’ospedale che viene da noi”. Sì, è l’ospedale, però colorato, con quell’allegria che serve per poter assistere i più piccoli.








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