2015-12-31 13:48:00

Papa ai Pueri Cantores: il bene è Dio anche se non fa notizia


Anche se non fa notizia in tv, il bene di Dio per l’uomo è sempre all’opera. Papa Francesco lo ha ribadito incontrando in Aula Paolo VI i circa 6 mila partecipanti al 40.mo Congresso dei “Pueri Cantores”, un gruppo internazionale di bambine e bambini che nei giorni scorsi ha allietato le chiese di Roma con alcuni concerti dedicati al Giubileo. Il Papa ha invitato i piccoli a pregare di più, esprimendo ammirazione per la loro bravura nel canto. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Papa Francesco: “Un giorno a casa, a tavola, mi è stato domandato: cosa ti piacerebbe diventare da grande? Sapete cosa ho detto? Macellaio!”.
Una grande risata, amplificata dall’applauso che corre lungo l’Aula Paolo VI, accende di divertimento gli occhi di migliaia di bambine e bambini. La confidenza è solo uno dei tanti ricordi e aneddoti che rendono speciale l’ultima udienza del Papa, che chiude l’anno circondato dai più piccoli, ai quali parla con la stessa genuinità di cuore e semplicità di linguaggio.

Il bene non ha "rating"
Lo stile dell’incontro è quello visto in tante occasioni simili: niente fogli e discorsi preconfezionati, solo una cartellina bianca per ricordare le sei domande che i “Pueri Cantores” gli hanno rivolto. Domande che scavano sui grandi temi della fede, sull’infinita lotta tra bene e male che anche chi ha pochi anni vede, capisce e patisce. Francesco passa in rassegna il brutto – mosaico di guerre, fame, ingiustizie – e assicura che il buono c’è, anche se quasi mai buca il video:

“Sembra che piaccia di più guardare le cose brutte che le cose belle, che le cose grandi. Il diavolo fa delle sue – questo è vero! – ma anche Dio fa delle sue: tanta gente santa! Non solo nelle missioni, ma nel mondo, nel lavoro, nelle famiglie (…) e questo non si vede in televisione. Perché? Perché questo non ha rating, non ha pubblicità (…) E’ vero o no questo? Se tu vuoi avere rating – sia giornalistico, sia televisivo o quello che tu vuoi – fa soltanto vedere le cose brutte… Con le cose buone la gente si annoia. O non sanno presentare e fare bene le cose, fare vedere bene le cose buone”.

Solo Dio è buono
La bontà, altra questione immensa. Come si fa a essere buoni?. Chiedendo aiuto – spiega Francesco - all’Unico che lo è davvero:

“E tu sai come faccio io per essere un po’ buono? Avvicinarsi al Signore. E chiedo al Signore: 'Signore, che non sia tanto peccatore, che non sia tanto cattivo, che non faccia cattiverie a nessuno, che non abbia gelosie invidie, che non mi mischio nelle cordate, che ci sono tante…', e tutte queste cose, no? Ma chiedere la grazia di essere buono, perché solo Dio è buono”.

"Mi arrabbio, ma non mordo"
Un limite della bontà è la rabbia, che tante volte annoda lo stomaco e inquina l’anima. “Anch’io mi arrabbio, ma non mordo”, esclama sorridendo il Papa, che si addentra tra le pieghe di un sentimento poche volte spiegato con cura ai bambini. Arrabbiarsi capita, ma la cosa peggiore – spiega Francesco – è il rancore inesausto di quelli che ogni mattina sembrano lavarsi, dice, “i denti con l’aceto”:

“L’abitudine di arrabbiarsi, l’abitudine di gridare, l’abitudine di sgridare gli altri, questo è un veleno… Domando a voi (…): come era l’anima di Gesù, dolce o amara? (Risposta: 'Dolce!'). Era dolce, perché? Perché quando si arrabbiava non arrivava alla sua anima, soltanto era per correggere e poi tornava alla pace”.

Pregare di più
Tanti spunti che la concretezza dei bambini chiede di incanalare in un impegno per l’Anno nuovo. Il Papa confida quale abbia preso per sé, “pregare di più”:

“Per un vescovo, il primo compito è la preghiera, il primo compito: non si può essere vescovo nella Chiesa senza la preghiera al primo posto. E poi l’annuncio del Vangelo. In questi giorni, rispondendo alla tua domanda, io ho pensato che un buon proposito per il prossimo anno sarebbe questo, pregare un po’ di più”.

Cantare fa bene all'anima
I “Pueri Cantores” sono educati all’arte della musica e Francesco, tra un ricordo e un aneddoto, esprime il suo apprezzamento per un linguaggio per il quale, ammette, non ha mai avuto doti particolari ma che da sempre lo affascina:

“Da bambini, la mamma, il sabato, alle due del pomeriggio, ci faceva sedere davanti alla radio per sentire. E cosa sentivamo? Tutti i sabati si faceva la trasmissione di un’Opera. E la mamma ci insegnava com’era quell’Opera (…) Il piacere di sentire cantare mi viene da bambino. Mi piace tanto la musica e il canto (...) Ma vi dico una cosa: il canto educa l’anima, il canto fa bene all’anima”.








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