2015-12-31 14:30:00

Marcia della Pace a Molfetta in memoria di don Tonino Bello


La 48.ma Marcia della Pace, promossa dalla Chiesa italiana come da tradizione per l'ultimo giorno dell'anno, riprende il tema voluto da Papa Francesco per la Giornata del primo gennaio 2016: "Vinci l'indifferenza e conquista la pace". Questa edizione si svolge a Molfetta, in provincia di Bari, nella terra in cui fu vescovo don Tonino Bello. L'appuntamento cade a 23 anni dalla marcia da lui guidata proprio nella cittadina pugliese, a pochi mesi dalla sua morte. Don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi Italia, approfondisce le ragioni di questa scelta, al microfono di Antonella Palermo:

R. – Abbiamo voluto ritornare sui passi di un grande testimone, un grande profeta di pace come don Tonino Bello: un “grande piccolo”, un uomo che se lo incontravi non ti lasciava certo indifferente. Nel 1992 a Sarajevo, dopo mesi di assedio, si rischiava l’abitudine e l’indifferenza. Abbiamo deciso, insieme ad altre persone, di andare direttamente - di persona - dove lui ci ha ricordato il valore della non violenza, e non da uno studio tranquillo dove si sta a riflettere, ma dal cuore della guerra: ci ha ricordato che il futuro è solo nella non violenza.

D. – Al Convegno di quest’anno, che precede la Marcia e che ha per titolo: “In marcia, artigiani della pace”, cercate peraltro di mettere in evidenza i tratti comuni tra Papa Bergoglio e don Tonino Bello…

R. – La sua passione, l’amore per i poveri, la semplicità, una fede concreta, una Chiesa dei poveri. Don Tonino parlava della “Chiesa del grembiule”. Credo che se fosse stato vivo oggi con Papa Bergoglio, don Tonino avrebbe davvero proclamato il suo motto episcopale: “Ascoltino gli umili e si rallegrino”. Papa Francesco usa questa espressione: gli “artigiani della pace”, e - io dico - un po’ in contrapposizione alle industrie della guerra. Abbiamo ascoltato alcune testimonianze significative di questo territorio pugliese: di chi lavora nel carcere, di alcuni progetti di accoglienza, non caritatevole come immaginiamo noi, ma progetti concreti di lavoro per togliere dal lavoro nero, dallo sfruttamento sessuale, dalla prostituzione, da tutte quelle condizioni che cancellano la dignità. Ci sarà anche la testimonianza di Guglielmo Minervini che è stato un obiettore di coscienza giovane ai tempi di don Tonino Bello. Abbiamo il tema della legalità che non si ferma certo a questi confini: è un problema internazionale quello della corruzione e della illegalità.

D. – Don Sacco, una marcia della pace quest’anno in una dimensione giubilare…

R. – L’orizzonte è quello di quest’Anno della Misericordia. Noi siamo invitati tutti a trovare una “Porta” da attraversare: la porta del perdono, del perdono del grande debito dei Paesi poveri; però poi anche a chiedere misericordia per ognuno di noi. La pace non si può costruire urlando e gridando, come a volte si dice, “sul muso contro qualcuno”: la pace parte da una riconciliazione anche con se stessi, da un riscoprire il volto di quel Padre misericordioso che è padre e madre, e che ci aiuta a riconoscere tutte le figlie e i figli suoi come nostri fratelli e sorelle.








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