2015-12-31 14:18:00

Associazioni dicono no a spot unilaterale adozione gay in tv


No a una propaganda unilaterale in tv del matrimonio e delle adozioni gay. A chiederlo è l’associazione “Non si tocca la famiglia”, che denuncia la promozione in più occasioni sulle reti Rai dell’adozione per coppie omosessuali. Polemiche si registrano anche per uno spot sul canale "Disney Junior", nel quale tra le immagini di famiglie viene proposta anche quella costituita da due papà e un bambino. Solo ieri la relatrice del ddl sulle unioni civili, Monica Cirinnà, ha ribadito che “gennaio sarà la volta buona” e che nel provvedimento ci sarà anche la contestata "Stepchild adoption". Paolo Ondarza ha intervistato Giusy D’Amico, presidente di "Non si tocca la famiglia":

R. – Noi sottolineiamo che c’è stata una fortissima strumentalizzazione a livello politico delle reti nazionali, cui tutti i contribuenti pagano un canone. E crediamo che questa sia una strumentalizzazione proprio in un momento in cui c’è un passaggio decisivo al Senato della legge sulle unioni civili, che ha saltato anche il passaggio in Commissione, e che la tv di Stato sta promuovendo senza dare assolutamente uno spazio – diciamo – contraddittorio e di par condicio sugli argomenti, che ovviamente sono oggetto del dibattito pubblico.

D. – Nel contempo, fa discutere uno spot di auguri, trasmesso proprio in queste giornate natalizie, non dalla Rai ma dal canale "Disney Junior", durante il quale alle immagini dell’amatissimo cartone animato "Frozen" sono intervallate quelle di famiglie di vario tipo, tra queste figurano anche le cosiddette “famiglie arcobaleno”, quindi coppie omosessuali con bambini. Il tutto rivolto proprio ai minori…

R. – Si utilizza un messaggio che colpisca l’immaginario del bambino per inviare messaggi occulti, perché in tutta questa presentazione di immagini di famiglie diverse, felici, di varie razze ed estrazioni culturali, poi nell’insieme figurano due papà con un bambino… Il bambino cattura quell’immagine, la fa sua e pian piano, nel tempo, questa entra nella sua costruzione mentale. Noi non riteniamo che nel nostro Paese questo tipo di impostazione possa passare inosservata: ci sono volute un milione di persone, il 20 giugno a Piazza San Giovanni, per ribadire che la famiglia è formata da un papà e da una mamma e che il bambino ha diritto ad avere un papà e una mamma e ha diritto a sapere da chi è stato generato. Purtroppo, non abbiamo spazi in tv per poterlo esprimere, non abbiamo spazi per poter rilasciare anche noi spot semplicissimi di questo tipo, perché c’è una manipolazione evidente dell’informazione e del tipo di informazione che si vuole veicolare nel nostro Paese. Questo noi lo abbiamo denunciato, chiedendo espressamente che venga dato questo spazio al presidente del Comitato “Difendiamo i nostri figli”, Massimo Gandolfini, che rappresenta in questo momento in Italia il movimento popolare che sostiene e difende la famiglia formata da un papà e da una mamma.

D. – Quindi, nonostante abbia riempito Piazza San Giovanni in Laterano, il “popolo del 20 giugno”, voi dite, non trova spazio nelle trasmissioni televisive…

R. – In questo momento preciso, no. Non abbiamo possibilità di replica. Il “popolo del 20 giugno” è pronto a una nuova mobilitazione nazionale. Noi comprendiamo profondamente cosa significhi il desiderio legittimo in due persone che sia amano di poter avere figli, perché il desiderio di paternità e di maternità è dentro di noi. Però, continuiamo a sottolineare che questo desiderio, pur comprensibile, non può diventare autonomamente un diritto, con un normative legislativa, con qualcosa che preveda che questo sia un delitto inalienabile, quando il primo diritto a essere danneggiato è quello del bambino ad avere un papà e una mamma.

D. – Solo ieri, la relatrice del Ddl sulle unioni civili, Monica Cirinnà, ha detto: “A gennaio sarà la volta buona”. Nel provvedimento ci sarà anche la “Stepchild adoption”, ovvero l’adozione da parte di uno dei due componenti di una coppia, anche omosessuale, del figlio naturale o adottivo del partner. Le intenzioni dichiarate sono quelle di tutelare i minori nel caso del decesso del genitore biologico. Ma voi dite che le cose non stanno così…

R. – Noi crediamo che questo aspetto il tribunale – per il bene supremo del minore – già lo preveda, perché prevede che il bambino rimanga con la persona di riferimento che ovviamente ha conosciuto, con cui ha condiviso gli anni della sua vita. Ma non crediamo che sia un diritto per legge negare ad un bambino di conoscere la madre e il padre. Questa proposta di legge, purtroppo, introduce di fatto la pratica dell’utero in affitto e la rende lecita. Su questo noi continueremo a esprimere il nostro dissenso. Pensiamo che il primo diritto che deve essere tutelato sia quello del bambino.








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