2015-12-30 14:00:00

Filippine: decalogo dei vescovi per le elezioni del 2016


“Siate astuti come serpenti e puri come colombe” (Mt 10,16). È ispirato al Vangelo di San Matteo il titolo dello speciale decalogo preparato dalla Conferenza episcopale filippina (Cbcp) in vista delle prossime elezioni presidenziali e legislative nel Paese, in programma il 9 maggio 2016. Dieci punti per orientare gli elettori cattolici durante la campagna elettorale alla luce della Dottrina sociale della Chiesa.

La Chiesa non ha propri candidati: spetta ai fedeli scegliere in coscienza
Nel documento, i vescovi ribadiscono, innanzitutto, che la Chiesa non ha propri candidati: essi invitano quindi a diffidare di chi si presenta come un candidato dell’episcopato o di un vescovo. Da parte loro, i presuli si impegnano ad astenersi da dichiarazioni o azioni che possono dare l’impressione che la Chiesa appoggi un determinato leader politico. La valutazione delle qualità di un leader e di un’opzione politica – precisano – spetta ai fedeli laici che le giudicheranno alla luce degli insegnamenti della Chiesa. L’elettore cattolico dovrà pertanto valutare i candidati avendo “come modello Cristo, che è venuto per servire e non per essere servito” e verificare che le loro azioni e parole corrispondono ai valori del Vangelo.

No a candidati che promuovono ideologie laiciste
Al quinto punto del decalogo, i vescovi esortano i fedeli a non farsi condizionare dai sondaggi, ma a scegliere in piena autonomia la persona giusta. Fondamentale in questo senso è l’atteggiamento di un leader politico verso la religione: “Un elettore cattolico non può e non deve sostenere nessun candidato la cui ideologia voglia trasformare le Filippine in uno Stato laicista che non tollera la presenza della religione nello spazio pubblico”.  Analogamente, egli “non può sostenere programmi politici che comprendono iniziative diametralmente opposte agli insegnamenti morali della Chiesa su questioni come l’aborto, l’eutanasia, il ripristino della pena di morte, il divorzio o la definizione del matrimonio cristiano”.

No all’insulto o all’intimidazione contro gli avversari
Detto ciò, il documento precisa che la Chiesa non è contraria alla candidatura di un non cattolico: “Esistono infatti candidati validi di altre comunità cristiane e altre religioni”. Il decalogo mette poi in guardia da quei politici che insultano e diffamano gli avversari, invece di concentrarsi sui programmi” e dal ricorso a qualsiasi forma di coercizione o intimidazione per favorire alcuni candidati. Infine, l’appello al Comitato elettorale a garantire la corretta implementazione della legge sul voto elettronico: in gioco, affermano, “è la credibilità delle elezioni e la stabilità della nostra democrazia”. (L.Z.)








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