Ancora drammatica la situazione nelle Filippine colpite, il 15 dicembre, dal tifone Melor che ha causato oltre 40 morti e danneggiato gravemente abitazioni e terreni agricoli. Molti i villaggi ancora senza elettricità, mentre si contano 750mila sfollati. Non è la prima volta che l’arcipelago asiatico subisce le gravi conseguenze di un tifone: basti pensare al ciclone Haiyan che, nel 2013, ha provocato oltre 7mila vittime, distruggendo interi villaggi. Di fronte, dunque, a tale emergenza climatica, la Chiesa locale fa sentire la sua voce.
Salvaguardia del Creato è una questione morale
In una nota pubblicata il 17 dicembre, subito dopo
il passaggio del tifone Melor, la Conferenza episcopale filippina (Cbcp) ribadisce
l’importanza della salvaguardia del Creato, invitando i fedeli a guardare alla “dimensione
morale” di tale questione. Nel documento, i presuli fanno riferimento anche alla Cop21,
la Conferenza internazionale sul clima svoltasi a Parigi ai primi di dicembre. Prendendo,
quindi, spunto dall’Enciclica di Papa Francesco “Laudato si’ sulla cura della casa
comune”, i vescovi esortano ad intraprendere “azioni decisive in favore dell’ambiente”,
bollando come “irresponsabile ed eticamente inaccettabile” la posizione di chi nega
“le minacce” provocate dai cambiamenti climatici.
Chi turba equilibrio dell’ecosistema, offende la giustizia sociale
“La cura dell’ambiente e la ricerca di misure risolutive
per la salute del pianeta – scrive la Chiesa di Manila – sono un imperativo morale
che chiama in causa il singolo individuo, le comunità e le nazioni”. Ogni atto che
vada a “turbare il già precario equilibrio dell’ecosistema o che provochi una diminuzione
nella biodiversità”, sottolineano i vescovi, “non è solo deplorevole, ma costituisce
anche un’offesa alla giustizia sociale”. Di qui, il richiamo a non lasciare soli i
poveri e le nazioni in via di sviluppo, mentre “i Paesi più ricchi si crogiolano nel
lusso, godendo dei benefici della prosperità”.
Diritto ad un ambiente sano è diritto umano fondamentale
È, infatti, insito “nel messaggio cristiano della
misericordia” che “la prosperità di tutti sia calcolata in base al benessere degli
ultimi della terra”. Anche perché – insistono i vescovi filippini – “il diritto ad
una sana ecologia e ad essere protetti dagli effetti negativi del riscaldamento globale,
è un diritto umano fondamentale che va difeso e promosso con la stessa determinazione
che si usa per gli altri diritti umani”. Purtroppo, invece, “spesso i poveri pagano
il prezzo della prosperità dei ricchi”.
No a nuove centrali termiche a carbone
In questo’ottica, “la Chiesa delle Filippine fa la
sua parte”, ricordano i presuli, invitando poi “le comunità ecclesiali di base a rendere
argomento di riflessione e discernimento, alla ricerca di una soluzione comune, le
attuali minacce all’ecosistema e le cause del riscaldamento globale e dei cambiamenti
climatici”. Non solo: “la Chiesa – prosegue la nota – si oppone all’apertura di nuove
centrali termiche a carbone e manifesta la volontà di controllare i permessi accordati
dal governo per l’avvio di miniere di carbone”.
Incrementare ricerca e sviluppo di energie alternative, evitare gli sprechi
Anche gli scienziati e gli studiosi universitari,
in particolare coloro che operano nei centri di formazioni cattolici, vengono esortati
ad “incrementare la ricerca e lo sviluppo di fonti di energia alternative”. Le parrocchie,
i vescovi ed i sacerdoti, inoltre, sono invitati a “desistere da quelle pratiche che
aggravano le condizioni climatiche già di per sé precarie, come il mantenimento di
veicoli non necessari, l’uso irresponsabile di energia elettrica o lo spreco di acqua”.
Le aspirazioni della Cop21 diventino realtà della vita quotidiana
Guardando, infine, alla Cop21 e all’accordo vincolante
che ne è scaturito - che prevede la revisione, ogni cinque anni, dei piani nazionali
per il taglio dei gas serra, così da contenere l'aumento della temperatura al di sotto
di 2 gradi, insieme ad un progetto di cento miliardi di dollari per aiutare i Paesi
in via di sviluppo – la Cbcp chiede al governo di “essere costantemente informata”
sui temi ambientali, così da “trovare, tutti insieme, il modo di trasformare le aspirazioni
della Conferenza di Parigi in norme della vita quotidiana di ogni filippino”. (I.P.)
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