2015-12-25 09:12:00

Patriarca Gerusalemme: è Natale, regni la misericordia non la vendetta


L’apertura della Porta Santa, il richiamo all’Anno della Misericordia e alle tragedie che sono accadute nel mondo. Ma malgrado tutto la speranza di una pace nel mondo. Questo il messaggio di Natale del Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, per la Messa di Mezzanotte. Un vero sogno la celebrazione per i cristiani accorsi da tutto il mondo. Stamani, inoltre, mons. Twal, ha aperto una Porta Santa giubilare nella piccola parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza. Da Betlemme, il servizio di Miryam Bianchi, del Christian Media Center:

E’ a Betlemme che più di 2000 anni fa il Cielo e la Terra si sono incontrati. Ed è da qui, ancora oggi, da quella stella, che parte il messaggio della Salvezza. Scende la notte sulla Piazza della Natività, la gioia e la festa per l’entrata solenne del Patriarca Latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, cedono il passo ad una atmosfera di attesa. E’ la vigilia di Natale, è la notte di Betlemme. Fedeli provenienti da tutto il mondo, insieme ai cristiani locali si mettono pazientemente in fila per entrare nella Basilica di Santa Caterina.

Patriarca Twal: volto misericordioso di Dio è l'essenza del Natale
Una Notte che ha il suo culmine proprio nella Santa Messa, presieduta dal Patriarca latino di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal, che poco prima della Mezzanotte ha aperto la Porta della Misericordia “nella speranza che l’attraversino molti fedeli e pellegrini durante quest’anno di Giubileo”, ha detto nella sua omelia letta dal vicario Patriarcale di Gerusalemme, mons. William Shomali. Un’omelia incentrata in particolare su quest’Anno Santo, in cui “Il volto misericordioso di Dio è l’essenza di questo Natale". "La misericordia deve comprendere tutti, vicini e lontani, coloro che amiamo e coloro che destiniamo”, ha scritto nella sua omelia il Pastore della Chiesa madre di Gerusalemme.

Un accenno è poi andato alla situazione attuale: “Il nostro cuore è con i milioni di rifugiati, i prigionieri e le vittime della violenza e del freddo pungente - ha proseguito - E’ con coloro che fuggono dalle zone di conflitto, attraversando il mare con mezzi di fortuna, e trasformandolo in un gigantesco cimitero”. E ancora “Il nostro pensiero va alle vittime del terrorismo, dovunque siano e a qualunque popolo appartengano. Sono tutti fratelli in umanità.”

E' Natale, la misericordia regni al posto della vendetta
L’omelia del Patriarca e’ poi continuata: “La misericordia non è un segno di debolezza, ma un ‘espressione dell’onnipotenza divina, che si esprime nel suo massimo grado nella misericordia e nel perdono”. E’ un appello quello del Patriarca “a tutti coloro che hanno in mano il destino dei popoli, a coloro che fanno scelte politiche portatrici di morte, perché si pentano e facciano prevalere la dignità dell’uomo sui loro interessi materiali”

“In questa notte - l’omelia si è conclusa - in cui celebriamo la nascita del Principe della Pace e della Misericordia, siamo venuti a pregare perché si trasformi la faccia della terra, perché il mondo divenga un luogo accogliente e sicuro, dove regnino la pace al posto della rivalità, la misericordia al posto della vendetta e la carità al posto dell’odio”. Anche quest’ anno, come consuetudine, era presente il presidente palestinese Mahmud Abbas.

Nella stessa ora veniva celebrata la Messa nella Grotta della Natività presso l’altare della mangiatoia, in un susseguirsi di canti, preghiere e tanta commozione, per i cristiani della parrocchia latina di Betlemme. Un privilegio unico per chi vi ha potuto partecipare. Al termine della celebrazione il Patriarca, con un gesto pieno di significato, è sceso in processione nella Grotta con il Bambino, per porlo nel luogo della nascita del Figlio di Dio. Durante la Notte, nella grotta, si sono poi alternate le Sante Messe, lì accanto a quella stella d’argento dove inneggiano le parole “qui dalla vergine Maria è nato Gesù Cristo". E’ Betlemme. E’ questo il luogo del Natale.








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