2015-12-24 17:12:00

La Belle Epoque di Toulouse Lautrec in mostra a Roma


La vita della Parigi di fine Ottocento arriva a Roma nella prestigiosa mostra dedicata a Toulouse Lautrec. L’opera quasi completa dell’artista della Belle Epoque noto per le sue locandine di spettacoli sarà visitabile all’Ara Pacis fino al prossimo 8 maggio. Dalle danzatrici di can can alle corse dei cavalli, alla vita quotidiana di Montmartre. Al microfono di Paolo Ondarza,  Isabella Colucci della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali  racconta l’esposizione: 

R. – Sono 170 litografie di Toulouse Lautrec, tutte provenienti dalle collezioni del Museo di Budapest. La mostra permette di conoscere l’opera grafica quasi completa perché raccoglie gran parte delle opere grafiche, delle 340 che Toulouse Lautrec elaborò in vita.

D. – Quindi oltre ad offrire l’opera di Toulouse Lautrec nella sua complessità abbiamo anche uno spaccato, perché poi questo offrono le sue opere, della vita della Parigi a lui contemporanea…

R. – Certamente. Lui era davvero un cronista dell’epoca. Ci si immerge tout court nell’atmosfera parigina della fine dell’Ottocento. Personaggi che grazie a Toulouse Lautrec divennero famosi, dalla “Gouloue” la famosa ballerina dello chahut del Moulin Rouge a Valentin Le Désossé,  ad Arisitide Bruant, il famoso impresario e chansonnier dell’Eldorado e dell’Ambassador, oppure la famosissima “Dama dai guanti neri”, Yvette Guilbert, la cantante famosa anche per le interpretazioni teatrali, oppure la famosa ballerina Jane Avril, alla quale dedicò nel 1893 l’affiche, che è anche l’immagine guida delle mostra, notissima per le sue gambe che riusciva appunto ad alzare fino alla testa.

D. – Anticipava prima il valore delle opere di Toulouse Lautrec come premessa della moderna comunicazione pubblicitaria…

R. – Assolutamente, sì. Toulouse Lautrec capisce, intuisce la forza del messaggio pubblicitario, ossia utilizzare l’essenziale nelle affiche, quindi riporta esclusivamente il titolo del locale da pubblicizzare; in primo piano il personaggio, il testimonial se vogliamo dire, come si userebbe dire adesso. E soprattutto utilizza una bassa gamma cromatica, cioè modulata su 4, 5 campiture estese in maniera piatta, evitando profondità proprio per rafforzare l’immagine, rafforzare il contenuto e rafforzare la forza espressiva dell’affiche.

D. - Che cosa secondo lei dice quest’opera, così legata alla sua epoca, ai nostri giorni?

R. – Comunica, è ancora estremamente comunicativa proprio per l’impatto e per la forza e per l’anticonformismo. E ci comunica un passato, un momento della storia, un momento della vita francese assolutamente gioioso, assolutamente piacevolissimo. Ed è rimasto poi nella memoria collettiva, tra l’altro: la “Butte” di Montmartre è così legata alle opere di Lautrec o anche i caffè-concerto sono ancora oggi nell’immaginario collettivo, Montmartre è Toulouse Lautrec. E ci comunica un momento assolutamente gioioso che a distanza di 15 anni sarà poi gravato dallo scoppio della Guerra mondiale.








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