2015-12-23 13:38:00

Premio Carlo Magno a Papa Francesco. Lombardi: per il suo impegno per la pace


A Papa Francesco è stato conferito il Premio Carlo Magno, attribuito dalla città di Aquisgrana a personalità che si siano contraddistinte per il loro ruolo in favore dei valori europei. Il Papa - si legge nella motivazione - porta un messaggio di speranza all’Europa in un momento di crisi che ha messo in secondo piano “tutte le conquiste del processo di integrazione”. Si citano in particolare gli interventi del Pontefice durante il suo viaggio a Strasburgo nel novembre dell’anno scorso. Il Papa - si afferma - è la “voce della coscienza” che chiede di mettere l’uomo al centro, “un’autorità morale straordinaria”. Sul Premio Carlo Magno a Papa Francesco ascoltiamo il commento del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Sergio Centofanti:

R.  –  Sappiamo che Papa Francesco non ha mai accettato premi né onorificenze dedicate alla sua persona. Quindi questo è un fatto del tutto eccezionale e ci possiamo interrogare perché lo abbia accettato. Io gliel’ho chiesto e lui mi ha risposto che questo è un premio per la pace ed egli in questo tempo in cui vediamo questi gravi rischi che ci sono per la pace nel mondo - parla spesso anche della Terza guerra mondiale a pezzi - ritiene che parlare della pace, incoraggiare ad agire per la pace, sia fondamentale. Quindi il Papa interpreta questo premio non tanto come qualcosa dato a lui stesso per onorare lui, ma come l’occasione di un nuovo messaggio di impegno per la pace, dedicato e rivolto a tutta l’Europa che è un continente che deve costruire e continuare a costruire la pace al suo interno ed essere attivo, avere un grande ruolo per la pace nel mondo. Quindi un premio per la pace, un’occasione di preghiera per la pace, tutti insieme, il Papa con tutti i popoli e le persone di buona volontà che manifesta l’anelito, il desiderio, l’impegno di costruire la pace nel continente e anche in tutto il mondo.

D. – Questo è un importante premio europeo ma il Papa non è europeo…

R. – Sì mi pare anche significativo questo aspetto. Il primo Papa non europeo di questo tempo moderno riceve un grande premio europeo. Questo perché con il suo grande discorso a Strasburgo che tutti ricordiamo, egli ha saputo già rivolgersi all’Europa, al continente, con prospettive molto ampie e con prospettive di incoraggiamento, in un momento, in un periodo, già di anni, in cui la costruzione fa fatica, incontra grandi difficoltà. Il Papa ha saputo rilanciare gli orizzonti più solidi, più profondi, più belli, di valori: il rispetto della persona umana, l’impegno per la solidarietà con tutti i popoli, la costruzione della pace… I grandi valori su cui nasce l’idea dell’Europa e deve rinascere e deve continuare a essere attuale e viva e capace di dare un contributo ricco anche di prospettiva ideale per l’umanità intera. Un Papa che guarda all’Europa con consapevolezza anche dall’esterno dell’Europa, in un orizzonte di carattere globale, è capace, ha l’autorità di ridire all’Europa la sua vocazione più profonda e più importante, e di incoraggiarla a non avere paura, a non scoraggiarsi, per continuare a proporre questi ideali all’umanità intera, con la sua ricchezza di risorse di intelligenza, di storia, di cultura che devono continuare a essere impiegate per il bene dell’umanità intera.

D. – Ricordiamo che anche Giovanni Paolo II nel 2004 ha ricevuto questo premio…

R. – Sì, è vero, Papa Francesco non è il primo. Giovanni Paolo II anch’egli è stato un grande Papa della pace, un grande costruttore, ispiratore dell’Europa con i suoi due polmoni, della riconciliazione, dell’unione fra l’est e l’ovest dell’Europa. Direi che però Giovanni Paolo II era un Papa profondamente europeo nella sua storia personale e quindi credo che i suoi meriti per l’Europa potevano essere letti in una chiave differente. Invece con Papa Francesco mi pare che la prospettiva sia proprio quella della vocazione dell’Europa nell’orizzonte globale, perché Papa Francesco sta parlando in questo tempo al mondo intero, con l’Enciclica Laudato sì, con i suoi discorsi sulla pace nel mondo, sul dialogo interreligioso, sulla solidarietà fra tutti i popoli. Quindi è proprio con l’importanza di questi messaggi che si propone come un grande ispiratore del continente europeo oggi.

Ma riascoltiamo la parte finale del discorso di Papa Francesco all’Europarlamento il 25 novembre 2014:

“Cari Eurodeputati, è giunta l’ora di costruire insieme l’Europa che ruota non intorno all’economia, ma intorno alla sacralità della persona umana, dei valori inalienabili; l’Europa che abbraccia con coraggio il suo passato e guarda con fiducia il futuro per vivere pienamente e con speranza il suo presente. È giunto il momento di abbandonare l’idea di un’Europa impaurita e piegata su sé stessa per suscitare e promuovere l’Europa protagonista, portatrice di scienza, di arte, di musica, di valori umani e anche di fede. L’Europa che contempla il cielo e persegue degli ideali; l’Europa che guarda e difende e tutela l’uomo; l’Europa che cammina sulla terra sicura e salda, prezioso punto di riferimento per tutta l’umanità! Grazie”.

Papa Francesco è la terza personalità non-europea a ricevere questo premio e contemporaneamente il terzo americano. Nel 2000 l’onore era spettato al presidente statunitense Bill Clinton e nel 1959 a George C. Marshal, l’ideatore del Piano Marshal per la ricostruzione dopo la guerra. Tra gli altri premiati: Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Angela Merkel, Jean-Claude Juncker, Václav Havel, Frère Roger Schutz di Taizé. Helmut Kohl, François Mitterrand.

La consegna del Premio avverrà in data da destinarsi nel prossimo anno a Roma.








All the contents on this site are copyrighted ©.