2015-12-20 13:00:00

Giubileo di Capodarco: ai Castelli Romani misericordia e integrazione


Il Giubileo della Misericordia tra i disabili della Comunità di Capodarco dei Castelli Romani. Tutto è pronto per vivere intensamente un anno di condivisione e di preghiera. Ce ne parla Davide Dionisi:

Papa Francesco ha dato la possibilità di vivere questo Anno Santo straordinario anche a chi non può raggiungere San Pietro. Accogliendo così l’invito del Santo Padre tante comunità stanno vivendo intensamente il Giubileo della Misericordia, facendo diventare questo evento una grande opportunità. Nel cuore di Genzano, in provincia di Roma, la Fondazione Capodarco ospita tanti disabili che, nella condivisione, imparano a diventare autonomi e responsabili. La testimonianza del suo fondatore, don Franco Monterubbianesi:

R. – La misericordia deve funzionare nei riguardi delle famiglie che sono sole in questo grande problema del “dopo di noi”, che è un'angoscia: quando un figlio nasce disabile, la famiglia subito lo coglie come problema del futuro, perché dicono: “Adesso io assicuro a questo figlio il meglio, ma quando io morirò cosa accadrà di lui”? Dal ’97 mi sono preoccupato, con la Comunità di Capodarco, che si cominciasse ad affrontare questo problema che ho definito “del prima e del dopo”. 

D. - Come state vivendo questo Anno Santo straordinario?

 R. – Viviamo questo senso di comunione tra giovani e disabili nella Casa Anna Maria, che è molto grande e che abbiamo organizzato nella parte dei giovani e nella parte dei disabili, cercando di pregare il Signore affinché ci aiuti a realizzare questo programma, che vuole partire dall’inclusione scolastica che si fa in Italia  - rispetto agli altri Paesi - come un grande valore di riabilitazione. Però affinché questa inclusione continui nell’integrazione anche lavorativa, bisogna cercare di integrare i giovani disabili e i giovani delle stesse scuole su esempi che già si sono creati. Io cerco - ad esempio - di portare avanti questo discorso sul piano dell’agricoltura, perché qui a Grottaferrata abbiamo l’esperienza del lavoro di integrazione con i ragazzi disabili in agricoltura. Pregheremo quindi il Signore affinché ci aiuti. E’ Natale e abbiamo la grande speranza che l’aiuto venga dall’alto.

D. - Come ha spiegato ai suoi ospiti il Giubileo della Misericordia?

R. – Spiegheremo che la misericordia è l'azione in cui il Cristo ha sposato la causa dei poveri prima di tutto: è venuto per incarnarsi nella storia dell’uomo, ma nella storia dell’uomo privilegia soprattutto i più poveri, i più deboli. E’ il  discorso delle periferie, di cui parla Papa Francesco. Il Signore non vive la misericordia come compassione, ma come speranza, perché è dalla condivisione del Signore, attraverso la Passione e la morte, che nasce la Resurrezione, nasce la speranza di cambiamento. Con i giovani agiremo sempre di più in questa opera di misericordia ai Castelli, perché non sarà soltanto Genzano, ma anche Grottaferrata, cercando il coinvolgimento degli enti locali, delle istituzioni… E questa opera di misericordia si realizza nell’azione di coinvolgimento, di condivisione dei giovani riguardo a questi poveri, per vivere insieme la speranza del cambiamento. Quindi non si tratta di un’azione di misericordia pietistica, ma di reale cambiamento proprio perché la Resurrezione sarà il motivo con cui il Signore, condividendo la nostra situazione, ci aiuta a cambiarla.








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