2015-12-20 13:00:00

Accordo al Wto di Nairobi. Tomasi: intesa minima, ma concreta


Si è conclusa a Nairobi la decima Conferenza ministeriale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc-Wto), la prima organizzata in Africa. E’ stato raggiunto un importante accordo sulla eliminazione dei dazi su 201 beni elettronici di nuova generazione, che rappresentano il 10% del commercio mondiale. Approvato anche un pacchetto di misure a favore dello sviluppo su agricoltura e misure di trasparenza. Riaffermato il metodo del multilateralismo come pilastro fondamentale del commercio internazionale. Presente a Nairobi anche il rappresentante della Santa Sede, mons. Silvano Maria Tomasi. Sergio Centofanti gli ha chiesto un commento sull’accordo di Nairobi:

R. – A Nairobi è stato raggiunto un accordo minimo, ma comunque un accordo pratico: infatti la dichiarazione dei ministri porta sostanzialmente avanti il messaggio della Conferenza di Doha del 2001, che sostiene che il commercio è una strada maestra per lo sviluppo dei Paesi più poveri.

D. – C’è delusione per questa Conferenza?

R. – Un po’ di delusione c’è, nel senso che si sperava di fare più strada sull’accordo per l’agricoltura. L’accordo prevedeva di abbassare i sussidi all’agricoltura da parte dei Paesi ricchi, esportatori di prodotti che servono per il nutrimento, ma questo non è avvenuto. Si è comunque lasciata la porta aperta per continuare a negoziare nei prossimi mesi in modo da vedere se si potrà arrivare ad un pacchetto di proposte accettabili sia dai Paesi ricchi, esportatori di prodotti agricoli, che dai Paesi che importano cibo come necessità per la sopravvivenza della loro popolazione. Questo è il punto delicato. Ci sono stati poi altri passi concreti e attivi: sono stati accettati - per esempio - come membri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio la Liberia e l’Afghanistan, che sono ora il 35.mo e il 36.mo Paese fra quelli meno sviluppati che aderiscono a questa importante Organizzazione formata da 165 Paesi. Davanti a questi passi concreti c’è almeno un po’ di speranza che, continuando il negoziato, si possa riuscire a raggiungere un accordo anche su alcuni altri campi un po’ più complicati, come quello relativo alle regole di origine dei prodotti e – come dicevo – i sussidi all’agricoltura. A Nairobi viene soprattutto riaffermata la centralità del multilateralismo, rispetto alla tendenza che si è rivelata negli ultimi 2-3 anni di fare degli accordi bilaterali o regionali: se va avanti la linea di accordi bilaterali e regionali si indebolisce la funzione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio come il luogo più democratico dove tutti possono partecipare nel negoziare le condizioni per un commercio equo e di beneficio comune. Quindi, queste preoccupazioni sono sempre lì, rimangono. Si tratta ora di continuare, con molta pazienza, a negoziare e mantenere vivo – come abbiamo detto anche nell’intervento della Santa Sede – il senso di solidarietà in modo tale che il commercio, l’accesso ai mercati, sia uno strumento di giustizia sociale.








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