Un appello a “lavorare lealmente per il benessere del Paese ed il rafforzamento della democrazia, in una prospettiva di misericordia” è stato lanciato dalla Conferenza episcopale del Venezuela (Cev), in una nota diffusa ieri. La dichiarazione arriva dopo le elezioni parlamentari del 6 dicembre che hanno visto, per la prima volta in 17 anni, la vittoria dell’opposizione antichavista, con 99 seggi su 167. L’attuale Presidente Nicolas Maduro conserverà, ancora per tre anni, il potere esecutivo e la direzione delle Forze Armate, ma dovrà convivere con l’opposizione parlamentare della Tavola dell’Unità Democratica, composta da circa trenta diversi partiti.
Nuova Assemblea nazionale escluda proposte contro vita e famiglia
Di fronte a questo nuovo scenario, dunque, i vescovi fanno sentire la loro voce, innanzitutto
esprimendo apprezzamento per “lo svolgimento civile, pacifico ed esemplare della giornata
elettorale” e per il modo con cui “il popolo venezuelano ha dato esempio di responsabilità
ed impegno civico”. Quindi, guardando alla neo-eletta Assemblea nazionale, i presuli
auspicano che essa sia “un luogo idoneo di confronto e dialogo per mantenere il rispetto
dei diritti delle persone e delle comunità e per elevare moralmente la vita pubblica
nazionale escludendo dall’agenda legislativa proposte contro la vita, come l’aborto
e l’eutanasia, o contro l’integrità del matrimonio e della famiglia”.
Risanare situazione economica del Paese senza dimenticare i più bisognosi
Quanto alla situazione economica del Paese, definita “grave”, la Cev raccomanda l’attuazione
di politiche che “facciano attenzione ai più bisognosi”, per evitare “il rischio di
una reazione violenta da parte della popolazione, come valvola di sfogo per le sofferenze,
la carestia, l’insicurezza e le inefficienze governative che derivano dagli anni passati”.
“È responsabilità dei diversi poteri dello Stato – ribadisce la Chiesa di Caracas
– e principalmente dell’esecutivo, promuovere in modo etico i cambiamenti necessari
e pertinenti nel settore dell’economia e della sicurezza dei cittadini, nei programmi
sociali e nei servizi alla comunità come la sanità, l’alimentazione, l’abitazione
e l’educazione”.
Non basta votare, serve impegno costante per il bene comune
Quindi, la Cev ricorda che “tutti i cristiani hanno una responsabilità etica nella
soluzione dei problemi del Paese, ciascuno secondo il proprio livello di influenza”;
perciò “non basta votare, ma bisogna anche andare oltre, verso l’impegno costante
in favore del bene comune”. E qui i vescovi citano l’Esortazione apostolica “Evangelii
gaudium” di Papa Francesco in cui si afferma: “Nessuno può esigere da noi che releghiamo
la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza sulla vita
sociale e nazionale, senza preoccuparci per la salute delle istituzioni della società
civile, senza esprimersi sugli avvenimenti che interessano i cittadini”. (n.183)
Rispettare il risultato elettorale
La Chiesa venezuelana sottolinea, inoltre, che “la Costituzione nazionale esige il
rispetto reale ed effettivo dei risultati elettorali”, “espressione della volontà”
del “popolo sovrano”, e che quindi “non si può impedire l’insediamento ed il funzionamento
della nuova Assemblea”. Infine i vescovi affidano il Paese a Maria, Regina della Pace.
(I.P.)
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