Se c’è corruzione, non c’è pace: questo, in sintesi, l’allarme lanciato dalla Conferenza episcopale del Ghana nella lettera pastorale siglata dal suo presidente, mons. Joseph Osei-Bonsu, in vista del Santo Natale. Non è la prima volta che la Chiesa locale fa sentire la sua voce contro questa piaga sociale che ha portato il Paese - secondo le ultime analisi dell’ong Transparency International - al secondo posto per indice di corruzione percepito dalla popolazione, pari al 71%.
Allarme corruzione tra politici e mass-media
Di qui, il richiamo di mons. Osei-Bonsu innanzitutto ai politici che – spiega – nel
tentativo di restituire il denaro ricevuto dai sostenitori delle loro campagne elettorali,
cercano di eludere o di violare i protocolli delle gare di appalto. Ma il presidente
dei vescovi ghanesi punta il dito anche contro chi corrompe i processi elettorali
con la compravendita dei voti, e contro chi paga una tangente per iscrivere i figli
a scuola. Pure i mass-media vengono chiamati in causa dal presule: “Alcuni di essi
– sottolinea – diventano corrotti quando accettano denaro dai partiti politici per
diffondere notizie false che aumentano la tensione nel Paese”. Di qui, l’esortazione
rivolta ai giornalisti ad essere nei loro articoli e reportage “leali, onesti, obiettivi,
attenti”.
La religione non si lasci contaminare dalla corruzione
Non solo: mons. Osei-Bonsu lancia l’allarme anche sulla corruzione che “contamina”
l’ambiente religioso. “Ciò si verifica – si legge nelle lettera pastorale – quando
alcuni leader religiosi usano la fede come un mezzo per ottenere denaro, diventando
così ministri per soldi e cercando di estorcere in tutti i modi denaro ai fedeli”.
Guardando, poi, al Natale e soprattutto al messaggio pacifico che la nascita del Signore
porta nel mondo, il presule ricorda che “la pace non è solo assenza di guerra: in
Ghana, ad esempio, non c’è guerra, ma la pace non è presente nella società, nelle
case, in famiglia”.
Agire con integrità in ogni settore
Per questo, bisogna “cercare di trasformare la riconciliazione in una realtà, affinché
non resti soltanto un sogno”, perché “non ci può essere pace nel Paese quando si è
inghiottiti dalla corruzione”, “principale ostacolo” alla riconciliazione. Di qui,
l’appello conclusivo del presule a cercare di porre fine a questa piaga – “cancro
della società” l’ha definita Papa Francesco - “agendo con integrità in ogni luogo
in cui operiamo”. (I.P.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |