2015-12-18 08:30:00

50 parole ricostruiscono in un libro "Il Vocabolario di Papa Francesco"


Raccontare Papa Francesco attraverso 50 parole ricorrenti nei suoi discorsi e nelle sue omelie. E’ quanto si propone “Il Vocabolario di Papa Francesco”,  un libro edito da Elledici, in cui giornalisti e scrittori hanno dato la loro interpretazione di un linguaggio che non smette di stupire per la sua profondità e semplicità. Il volume, curato dal sacerdote salesiano Antonio Carrero, è stato presentato nella sede della nostra emittente. Il servizio di Michele Raviart:

Dalla “A” di abbraccio alla “V” di vergogna, “benedetta perché ci fa dire la verità. Il “Vocabolario di Papa Francesco" ci guida attraverso i grandi temi del suo Pontificato: “misericordia”, “creato”, “scarto”, ma anche “popolo” e “clericalismo”, raccontati da chi segue le parole del Papa quotidianamente. Padre Antonio Carrero, curatore del volume:

“Il linguaggio di Papa Francesco crea interesse. I media sono affascinati dal modo in cui lui si relaziona sia con i gesti, ma anche con le parole, che sono molto semplici. Nel vocabolario ci sono sicuramente termini come Giubileo, misericordia, tenerezza, consolazione, che sono poi quelle parole che stanno segnando il Pontificato di Papa Bergoglio. Molti giornalisti hanno scelto le parole che in un certo senso hanno toccato la loro vita, come ad esempio adozione, mamma, immigrato.

Le parole di Papa Francesco, come scrive nell’introduzione il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, fanno parte di “un linguaggio semplice, accessibile a tutti, fatto di frasi brevi e ripetizioni delle parole chiave”. Mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali:

"Papa Francesco è un dono e la sua comunicazione è un dono, perché riesce a stabilire subito un contatto con le persone che lo ascoltano. Non è né sopra, né sotto… è allo stesso livello. E’ accanto. E questa possibilità gli permette proprio di poter parlare a cuore aperto ai cuori che sono aperti. Ti mette di fronte al Vangelo, ti mette di fronte a Gesù e ti mette di fronte a un fatto: 'Che scelta fai?'. E di questo l’uomo di oggi è stupito. Rimane sorpreso, perché non è abituato ad ascoltare uomini che parlano in questo modo".

Contaminando lo spagnolo "porteño" che si parla a Buenos Aires, con i retaggi delle sue origini piemontesi, Papa Francesco non esita a creare neologismi, come “primarear”, prendere l’iniziativa, o “balconear”, guardare la vita dalla finestra. Mons. Enrico Dal Covolo, rettore della Pontifica Università Lateranense:

“Il Papa ci esorta ad essere creativi. Una delle sue parole d’ordine più chiare è rifiutare slogan del tipo 'si è sempre fatto così' o 'si è sempre detto così'. Ecco, la 'creatività', anche dal punto di vista pastorale, di 'gente che vuole profumare dell’odore del suo gregge', credo che sia una parola essenziale”.

Quando il Papa comunica, spiega padre Antonio Spadaro, direttore di “Civiltà Cattolica”, cerca sempre una chiarezza che faciliti la comprensione, perché, come si legge nella Evangelii Gaudium, le parole devono essere come le conversazioni di una madre:

“Papa Francesco usa un linguaggio assolutamente pastorale, quindi immediato e diretto. Le sue parole non sono frutto di una speculazione intellettuale, ma sono frutto di una riflessione che parte dall’esperienza diretta. La cosa che noto nel suo linguaggio è una dimensione “verbale”. Per esempio “misericordia” è un sostantivo, ma in realtà il Papa lo usa come verbo: “misericordiare” o “misericordiando”. E’ interessante questo fatto che per lui anche il sostantivo ha un valore verbale dinamico, di movimento. Questo mi colpisce nella sua parola: la dinamica, il movimento, il contatto reale e concreto con il linguaggio della gente. Riesce a creare un linguaggio di valenza poetica usando parole comuni, parole ordinarie”.








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