2015-12-17 14:30:00

Vescovi Nuova Zelanda: nell'Anno Santo, perdono senza limiti


Il Giubileo straordinario della misericordia sarà un’occasione “di profondo rinnovamento spirituale, di perdono senza limiti e di servizio al prossimo, in particolare ai sofferenti e bisognosi”: è quanto scrivono i vescovi della Nuova Zelanda in una lettera pastorale pubblicata in questi giorni per l’avvio dell’Anno Santo indetto da Papa Francesco. Nel documento, i presuli sottolineano che “la misericordia ci parla della vera natura di Dio”, tanto che, una volta sperimentata a livello personale, “tutti desideriamo essere più misericordiosi con gli altri”.

Il mondo ha il cuore indurito. Il potere della misericordia è il bene
Purtroppo, notano i presuli, “il nostro mondo mostra, talvolta, un cuore indurito: i poveri, le minoranze, coloro che non sono conformi alle norme sociali sono visti con fastidio oppure vengono oppressi e disprezzati”, mentre si diffonde sempre più “una cultura della cupidigia che considera gli individui solo come un intralcio, piuttosto che esseri umani degni di rispetto ed ascolto”. Al contrario, “il potere della misericordia è il potere del bene che scaturisce dalla fede, che deriva da Dio ed a Lui e ci guida”. In questo senso, “la misericordia risuona profondamente nel cuore dei battezzati, popolo di Dio”.

Giubileo non è esperienza bigotta, ma occasione di giustizia
Ricordando, poi, quanto scritto nel Levitico a proposito del Giubileo, i vescovi neozelandesi evidenziano che l’Anno Santo “non è un’esperienza bigotta”, ma ha a che fare con “la giustizia, il perdono, il giusto rapporto con Dio, con l’altro, con la terra”. Quando è “vissuto bene”, quindi, esso permette “l’esperienza pratica del ritorno all’equità, alla bontà, alla santità che deriva dalla gioia di fare ciò che è giusto agli occhi di Dio”. Naturalmente, continua la lettera pastorale, “tutto questo non è nuovo”; tuttavia, “dobbiamo riconoscere che abbiamo il bisogno di ricordarlo, di tanto in tanto, per vivere la nostra vita in famiglia, a scuola, sul lavoro, secondo la volontà di Dio”.

Misericordia vede il bene invisibile all’occhio dell’uomo
I vescovi evidenziano, inoltre, che “al centro dell’Anno giubilare c’è, per i fedeli, l’impegno a partecipare alla Santa Messa domenicale ed a riconoscere che ogni scusa che ci allontana da questa celebrazione non è altro che un falso idolo”. La misericordia, dunque, è “desiderio e dovere” di ciascun fedele, da mettere in pratica con le apposite opere corporali e spirituali, affinché questo Giubileo sia “innanzitutto un tempo di conversione sia individuale che comunitario”. Il modello da seguire, suggeriscono i presuli, deve essere quello di Papa Francesco che sin dalla scelta del suo motto episcopale, “Miserando atque eligendo”, ha fatto riferimento al principio evangelico della misericordia, capace di “vedere la bontà esistente, invisibile agli occhi degli uomini”.

Essere missionari del perdono
Esortando, infine, i fedeli a vivere con gioia questo “anno di grazia”, i vescovi di Wellington affidano il Giubileo in particolare alla Vergine Maria, affinché, con il suo aiuto, tutti siano “mossi da una rinnovata volontà di essere missionari del perdono, della giustizia e della misericordia”. (A cura di Isabella Piro)








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