“Un passo avanti che prelude ad un clima di pace duratura”: così mons. Luis Augusto Castro Quiroga, presidente della Conferenza episcopale colombiana, commenta l’intesa siglata il 15 dicembre a Cuba tra il governo di Bogotà e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Sul tavolo, la spinosa questione della riparazione dovuta alle vittime del conflitto armato, iniziato nel 1964 e costato la vita ad almeno 220 mila persone.
Risarcimento per le vittime e giurisdizione speciale
L’intesa prevede ora un risarcimento per i sopravvissuti ed i parenti di chi è stato
ucciso o ha subito comunque un atto di violenza, ed una giurisdizione speciale, forse
a partecipazione internazionale, che vigilerà per la correttezza del procedimento.
In programma anche, per il 2016, un referendum sull’accordo di pace definitivo.
La popolazione sostenga il processo di pace
Sottolineando che “è importante che tutto il Paese comprenda gli elementi fondamentali
di tale intesa”, mons. Castro ha invitato il governo e le Farc ad una “collaborazione
reciproca”, auspicando anche che l’accordo, composto da 63 pagine scritte con un linguaggio
tecnico e giuridico, possa essere “tradotto in una forma più semplice, affinché tutti
i colombiani abbiano chiaro di cosa di tratta”. In questo modo, ha evidenziato mons.
Castro, “la popolazione viene incoraggiata a sostenere positivamente il processo di
pace” nel Paese.
Necessarie procedure trasparenti
Dal presule anche l’auspicio che l’accordo finale di pace non vada contro la costituzione,
il diritto internazionale e quello nazionale, ma sia condotto in modo “trasparente”,
affinché la popolazione comprenda l’importanza di sostenere gli sforzi compiuti per
superare la guerra e raggiungere la riconciliazione del Paese. (I.P.)
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