Il primo nemico della pace è l’indifferenza degli uomini per i propri simili, generata dal rifiuto di Dio. Il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della pace, inizia proprio dall’invito ad impegnarsi con fiducia per costruire la pace, perché se è vero che quest’ultima è un dono di Dio è altrettanto vero che la sua realizzazione è affidata agli uomini e alle donne di buona volontà. Il servizio di Stefano Leszczynski.
Il 2015 si conclude con un bilancio doloroso per
la pace. Terrorismo e conflitti sembrano confermare la teoria della “terza guerra
mondiale a pezzi”. Eppure, i motivi di speranza ci sono e Papa Francesco li individua
proprio in alcuni recenti eventi internazionali, come l’accordo di Parigi sul clima
o l’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. Sono situazioni che spingono a credere
nella capacità dell’umanità di agire insieme in spirito di solidarietà. Un atteggiamento
nota il Papa che si sposa con quello della Chiesa degli ultimi 50 anni, orientata
al dialogo, alla solidarietà e alla misericordia.
No alla globalizzazione dell'indifferenza
Le minacce alla pace, tuttavia, sono concrete e derivano in massima parte dall’indifferenza
nei confronti del prossimo e di quella nei confronti del Creato. Un atteggiamento
di chiusura talmente diffuso da essere indicato da Papa Francesco con il termine di
“globalizzazione dell’indifferenza”. Un male che è generato innanzitutto dall’indifferenza
che l’uomo nutre verso Dio. E’ proprio dalla rottura di questo rapporto preferenziale
che nascono i mali della società che Papa Francesco denuncia in maniera ricorrente:
la corruzione, la distruzione dell’ambiente, l’assenza di compassione nei confronti
degli altri. La strada indicata da Papa Francesco per lottare contro la globalizzazione
dell’indifferenza passa per una profonda conversione del cuore dell’uomo, che ci permetta
attraverso la grazia di Dio di tornare ad essere capaci di aprirci agli altri con
autentica solidarietà. E gli esempi di solidarietà cui Papa Francesco fa riferimento
esigono un impegno diffuso, capace di creare una vera e propria cultura della misericordia.
Serve impegno solidale e misericordioso, a
partire dalla famiglia
Le famiglie, gli educatori, i comunicatori sono i primi attori chiamati in causa come
promotori di valori di libertà, rispetto reciproco e solidarietà. E proprio in questo
contesto il Papa cita l’esmpio negativo di quegli operatori dei media che non si curano
troppo del modo in cui si ottengono e diffondono le informazioni. Eppure la società
è ricca di esempi di impegno solidale e misericordioso: le organizzazioni che si occupano
di diritti umani e le associazioni caritatevoli, in particolare quelle realtà che
operano in soccorso ai migranti in difficoltà. Queste azioni dice il Papa sono opere
di misericordia corporale e spirituale. E la gratitudine di Papa Francesco va a coloro
che nella Chiesa hanno fatto proprio il suo appello ad accogliere una famiglia di
rifugiati.
Cancellare il debito dei Paesi poveri, basta pena di morte
Il Giubileo della Misericordia rappresenta un’occasione per riflettere sul grado di
indifferenza che alberga nel cuore di ciascuno, per sconfiggerla e impegnarsi a migliorare
la realtà che ci circonda. Il Papa conclude il Messaggio per la Giornata Mondiale
della Pace ricordando tutte le persone in condizione di fragilità o svantaggio e
invocando la fine della pena di morte e l’amnistia. Ma è ai leader statali che il
Papa lancia il suo appello, affidandolo all’intercessione di Maria: rifiuto della
guerra; cancellazione dei debito dei paesi più poveri; adozione di politiche di cooperazione
che non ledano il diritto dei nascituri alla vita.
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