2015-12-12 12:55:00

Cop21. Appello Agenzie cattoliche: priorità a persona umana


“Non accetteremo un accordo che non ponga la persona umana al primo posto”: scrive così la Cidse (Alleanza internazionale delle Agenzie cattoliche per lo sviluppo), in una nota diffusa in vista della conclusione della Cop21, la Conferenza internazionale sul clima in programma a Parigi. “La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune" – sottolinea la Cidse, riprendendo l’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco - "comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale”.

Accordo finale dia ascolto ai più vulnerabili del pianeta
“Chiediamo a tutti i leader mondiali – aggiunge Bernd Nilles, segretario generale dell’Alleanza internazionale – di fare tutto il possibile per raggiungere un accordo che dia ascolto alle voci dei più vulnerabili del pianeta e non li lasci indietro”. In particolare, la Cidse auspica che l’intesa finale della Cop21 non tralasci il principio della difesa dei diritti umani, “messi in pericolo da alcuni progetti climatici”.

Garantire l’accesso al cibo, tutelare le comunità indigene
Altro punto essenziale per le Agenzie cattoliche è “la sicurezza alimentare”. “Assicurare un’alimentazione adeguata ai più vulnerabili” significa garantire loro “l’accesso” al cibo – spiega la nota – "perciò parlare semplicemente di salvaguardia della produzione non assicura il cibo, né tutela il diritto ad esso; al contrario, può portare ad un aumento delle emissioni dannose per l’ambiente". La Cidse, inoltre, lancia un appello affinché siano protette le comunità indigene che vivono in determinati territori, affinché non vengano espropriate ingiustamente, a causa della riduzione dei loro terreni agricoli.

I Paesi più ricchi paghino i loro debiti ecologici
L’Alleanza chiede maggiori garanzie economiche per i Paesi in via di sviluppo, affinché non siano “abbandonati a se stessi”. “Chi ha più responsabilità nel causare i cambiamenti climatici – scrive la Cidse – deve provvedere”, perché “è tempo, per i Paesi ricchi, di pagare il loro debito ecologico”. L’auspicio della Cidse, infine, è che l’accordo di Parigi “dia un segnale chiaro ed inequivocabile a tutto il mondo del fatto che l’era dei combustibili fossili è giunta al termine”, senza lasciare spazio ad “ambiguità” che “aprano la porta a nuovi investimenti sui combustibili fossili, distogliendo l’attenzione dalla possibilità di energia pulita ed a basso costo che va incontro ai bisogni dei più poveri e dei più vulnerabili”. (I.P.)








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