2015-12-10 16:53:00

Giubileo: perché i poveri siano davvero i 'privilegiati'


"Proprio in occasione di questo Giubileo, Roma dovrebbe chiedere perdono ai poveri, agli immigrati, a tutti coloro che sono stati sfruttati, trattati come merce e non come esseri umani, nelle vicende legate a 'Mafia Capitale'". Carlo Santoro, della Comunità di Sant'Egidio, riflette sull'Anno Santo della Misericordia appena iniziato come occasione per "risvegliare la nostra coscienza - come scrive il Papa - spesso assopita davanti al dramma della povertà". "Non a caso - ricorda - nella Bolla di indizione Papa Francesco chiede la conversione anche alla “persone fautrici o complici di corruzione”. E sappiamo bene che le prime vittime della corruzione sono proprio i più deboli".

“Attraversare oggi la Porta Santa - ci ha detto Francesco l'otto dicembre - significa 'impegnarsi a fare nostra la misericordia del buon samaritano'. Siamo chiamati perciò a cambiare la nostra vita radicalmente con dei gesti concreti, sulla strada su cui ci troviamo, da Gerusalemme a Gerico, e nessuno si può tirare indietro. Nessuno può ignorare l'invito del Papa a riscoprire la tenerezza, a guardare i poveri negli occhi e a toccarli con le nostre mani, senza pregiudizi". 

Per 'entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina', Francesco ci invita a riscoprire 'le opere di misericordia corporale'. "Sono opere che studiavamo al catechismo anni fa e che i giovani oggi dovrebbero rivalutare", commenta Santoro. "Sono occasioni per abbattere i muri dell'indifferenza e della diffidenza, per scendere in strada e incontrare, per esempio, i senza tetto. Scopriremo così com'è difficile vivere per strada in una città sporca come Roma, dove non ci sono bagni pubblici e sono pochi i posti letto per gli homeless, costretti spesso a dormire sotto i ponti, fra i topi. Ma le opere di misericordia sono anche occasioni per considerare un aspetto disumano della nostra città come le vicende di tanti anziani che muoiono nei loro appartamenti, in solitudine e povertà".   

"Oggi abbiamo un'idea della povertà piuttosto disincarnata e stantia, lontana dalla realtà", aggiunge Laura Badaracchi, giornalista e scrittrice, specializzata nei temi sociali. "I poveri 2.0 siamo noi. I disoccupati, i padre separati, i migranti con titoli di studio non riconosciuti nel nostro Paese. E' una condizione in cui oggi possiamo ritrovarci tutti e che richiederebbe perciò molta più consapevolezza e attenzione anche da parte dei mass-media". "Purtroppo per questo Giubileo la città di Roma, com'era successo nel duemila, cerca di rifarsi l'immagine rimuovendo i poveri dalle strade del centro storico", aggiunge la Badaracchi. "Mi sembra un'operazione ipocrita che spesso non ha lo scopo di dar loro un futuro migliore. Sono scelte assurde in occasione di un Giubileo dedicato alla Misericordia". "Anche noi di Sant'Egidio - aggiunge Santoro - abbiamo notato una diminuzione dei poveri e dei senza tetto dalle zone del centro storico in occasione dell'apertura dell'Anno Santo, ma speriamo siano solo iniziative momentanee per questioni di sicurezza". 








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