2015-12-09 09:00:00

Papa: da Immacolata speranza per vita libera da schiavitù, rancori e paure


Vengo “come Pastore”, a nome di “chi sente più duro il cammino”. Così Papa Francesco, ieri pomeriggio, nel tradizionale omaggio all’Immacolata in Piazza Mignanelli, accanto a Piazza di Spagna, a Roma. Il Pontefice, nel giorno dell'apertura della Porta Santa in San Pietro per il Giubileo della Misericordia, ha pregato ai piedi della statua della Vergine, circondato da una grande folla radunatasi già dalla mattina. Ad accoglierlo, tra gli altri, il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, e il commissario straordinario della città, il prefetto Francesco Paolo Tronca. Il servizio di Giada Aquilino:

Vengo come Pastore
Un “pellegrinaggio” prima in Piazza di Spagna, poi a Santa Maria Maggiore. Quello che all’Angelus il Papa aveva definito un “atto di devozione filiale a Maria, Madre di Misericordia” è diventato nel pomeriggio l’“omaggio di fede e d’amore” alla Vergine di Francesco a nome di tutto il “popolo santo di Dio” che vive a Roma:

“Vengo a nome delle famiglie, con le loro gioie e fatiche;
dei bambini e dei giovani, aperti alla vita;
degli anziani, carichi di anni e di esperienza;
in modo particolare vengo a te
da parte degli ammalati, dei carcerati,
di chi sente più duro il cammino.
Come Pastore vengo anche a nome di quanti
sono arrivati da terre lontane in cerca di pace e di lavoro”.

Speranza di una vita migliore, libera da schiavitù, rancori e paure
Nella preghiera per il tradizionale appuntamento dell’8 dicembre, particolarmente sentito dai romani, ai piedi della statua della Vergine Immacolata - a cui ha offerto un omaggio floreale - il Papa ha ricordato che “c’è posto per tutti” sotto il “manto” della Madre della Misericordia: il suo cuore, ha aggiunto, “è pieno di tenerezza” verso i propri figli:

“Guardando te, Madre nostra Immacolata,
riconosciamo la vittoria della divina Misericordia
sul peccato e su tutte le sue conseguenze;
e si riaccende in noi la speranza di una vita migliore,
libera da schiavitù, rancori e paure”.

L'abbraccio misericordioso con i malati
Quindi l’abbraccio prolungato, del tutto personale e misericordioso, di Francesco con la folla che a gran voce lo chiamava, con i bambini, con gli anziani e i malati che – chi avvolto in una coperta, chi sorretto dalla forza di un familiare o di un volontario – hanno ricambiato, con un sorriso e tanta devozione.

La Porta di Cristo
Nel “cuore” di Roma, ha quindi proseguito il Pontefice, risuona la “voce di madre” che chiama “a mettersi in cammino” verso quella Porta che, ha spiegato il Papa, rappresenta Cristo, ad avvicinarla, ad entrare e ricevere “il dono della Misericordia”:

“Non abbiate paura, non abbiate vergogna:
il Padre vi aspetta a braccia aperte
per darvi il suo perdono e accogliervi nella sua casa.
Venite tutti alla sorgente della pace e della gioia”.

La preghiera a Santa Maria Maggiore
Ha infine ringraziato l’Immacolata, perché ci accompagna nel “cammino di riconciliazione”, standoci vicina e sostenendoci “in ogni difficoltà”. Poi il trasferimento a Santa Maria Maggiore, altro appuntamento divenuto tradizione per il Papa, con un momento di raccoglimento davanti all'immagine della Salus Populi Romani. Ancora una volta, con lui, una folla di fedeli.








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