2015-12-09 15:22:00

Migranti, strage di bimbi. Zerai: Europa sia solidale con i disperati


Sembra imminente l’apertura della procedura di infrazione da parte della Commissione europea contro l’Italia, per non aver adempiuto alla raccolta delle impronte digitali dei migranti. Intanto si contano ancora piccole vittime in diversi naufragi nel Mar Egeo, l’ultimo la notte scorsa con undici vittime, cinque delle quali bambini, annegati al largo dell’isola greca di Farmakonissi. Francesca Sabatinelli:

Fermiamo la strage silenziosa dei bambini nel Mediterraneo: a chiederlo sono organizzazioni come l’Unicef e la Fondazione Migrantes, che conta 700 bimbi morti in mare dall’inizio dell’anno. Soltanto nelle ultime ore sono stati 11 i piccoli corpi restituiti dalle onde al largo delle coste turche, tra loro anche quello di un neonato. C’è poi l’immagine di Sajida, siriana di 5 anni, pietosamente coperta da un lenzuolo sulla spiaggia turca di Cesme, una foto drammatica, che richiama quella del piccolo Aylan e che fa invocare una soluzione affinché si metta fine a questa “strage degli innocenti” sulla rotta tra Turchia e Grecia, quest’anno attraversata da oltre 750mila persone, un quarto delle quali minori. Non si conta neanche più il numero dei naufragi, dei morti, dei migranti che perdono tutto per raggiungere la salvezza, denuncia l’Unicef, che si appella ai vertici dell’Europa proprio nelle ore in cui circola la bozza delle conclusioni del Consiglio europeo del 17 e 18 dicembre, in cui si indica, tra le priorità, la necessità di "assicurare la registrazione e scoraggiare il rifiuto ad essere registrati". Un chiaro avvertimento di Bruxelles a Italia, Grecia e altri Paesi europei di primo approdo, che rischiano la procedura di infrazione per una "non corretta applicazione del regolamento Ue" che prevede la raccolta delle impronte digitali di tutti quelli che sbarcano e quindi l’inserimento di tali impronte nel sistema Eurodac. Una tale procedura sarebbe irragionevole: è la reazione del ministro dell’interno italiano Alfano, per il quale l’Europa dovrebbe ringraziare l’Italia per il lavoro svolto nell’accoglienza dei migranti. Critico verso Bruxelles anche don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo sviluppo, che offre assistenza a richiedenti asilo e rifugiati presenti in Italia, oggi in audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattenimento dei migranti:

R. – Non è un comportamento solidale di cooperazione tra gli Stati sanzionare o comunque aprire una procedura contro l’Italia, mentre molti Paesi europei egoisticamente ancora si rifiutano di dare spazio, di prendere una quota di questi migranti, così come previsto dal programma di riallocazione di queste persone. In questo programma sono pochi ad aver messo a disposizione una quota, spesso irrisoria, e che va anche molto a rilento per quei pochi posti che ci sono. Per cui sanzionare l’Italia o la Grecia, perché non hanno adempiuto a prendere le impronte digitali, vuol dire che ancora c’è la volontà di non superare l’Accordo di Dublino che è diventato una gabbia per molti profughi richiedenti asilo che vorrebbero invece andare nel Nord Europa per raggiungere i propri famigliari. L’Europa non sta facendo la sua parte per quanto riguarda prendere le persone e sistemarle nei Paesi del Nord Europa, quindi non può pretendere che il peso rimanga solo sull’Italia e sulla Grecia.

D. – Come sta procedendo l’accoglienza italiana?

R. – Sempre in affanno, perché non si è stata fatta una programmazione strutturale, duratura nel tempo e perché si procede sempre in questo modo di gestire emergenziale con posti pieni. Ci sono circa 90mila posti a fronte di 145mila persone arrivate quest’anno. Quindi, molti rimangono fuori. Non ci sono spazi per accoglierli, non ci sono spazi per garantire loro un’accoglienza dignitosa. Quindi il sistema rischia il collasso.

D. – I migranti attraversano la Turchia per imbarcarsi alla volta delle isole greche. Purtroppo stiamo contando molti morti e moltissimi bambini. Come si ferma questa strage degli innocenti?

R. – Non si fermerà mai finché i potenti che hanno il potere decisionale non metteranno al centro delle proprie decisioni la persona, i suoi bisogni, i suoi diritti. Si fanno accordi per la costruzione di muri, per impedire l’arrivo di queste persone e poi come vivranno queste persone? Chi li accoglierà? Chi garantirà loro dignità, bisogni e diritti? Ma non c’è muro che tenga, non ci sono fili spintati che tengano, tantomeno legislazioni o accordi bilaterali. Chi è disperato continuerà a cercare di raggiungere certi luoghi rischiando anche la vita, come è accaduto in questi giorni nel Mar Egeo e nelle Canarie (11 morti per un naufragio avvenuto ieri, ndr). Le persone, se disperate, diranno: “Preferisco morire tentando la fortuna piuttosto che morire lentamente abbandonato in qualche tenda, in qualche campo profughi”. Questa esternalizzazione dei propri confini che sta portando avanti l’Europa, che delega la Turchia oppure i Paesi del Nord Africa ad impedire l’arrivo di queste persone, però senza preoccuparsi di come vivranno, di quale sarà il loro futuro, i loro diritti la loro dignità, ecco, questo è un egoismo tradotto in politica che sta portando a gestire questa situazione dei profughi, dei migranti, in questo modo.

D. – Nelle sue parole rientra questo accordo tra la Turchia e l’Unione Europea affinché le autorità di Ankara blocchino il passaggio dei migranti con un rafforzamento dei controlli alle frontiere …

R. – L’Europa continua a pagare i nuovi gendarmi, adesso è la Turchia, in passato era la Libia o il Marocco, per impedire l’arrivo di queste persone. Quindi, sta facendo una guerra passiva contro i richiedenti asilo, i profughi, i disperati e i poveri. Questo è in sostanza, una guerra dove si muore, le vittime però sono solo e soltanto i profughi, i più deboli, i più vulnerabili come donne, bambini, giovani migranti richiedenti asilo che stanno morendo nel Mar Egeo, nel Mediterraneo, nelle Canarie o nel deserto.








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