2015-12-08 15:40:00

Il Papa apre la Porta Santa: invito a riscoprire Cristo


Spalancando la Porta Santa della Basilica di San Pietro, Papa Francesco non solo apre ufficialmente il giubileo straordinario della misericordia ma compie un atto più profondo di quello che comunemente si possa immaginare: ci invita a riscoprire Cristo, ‘porta’ necessaria - e unica, non ce ne sono altre- per entrare nel Regno di Dio. “Entrare in quella ‘porta’ - afferma il Papa - significa anche scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente”.

“Mentre il modo -  sottolinea Salvatore Martinez, presidente di Rinnovamento nello Spirito Santo - si affatica a raccontare le tristezze delle miserie umane, delle strutture di peccato, noi oggi più che mai possiamo fare questo grande annuncio: le miserie dell’uomo hanno riparo. E noi che siamo ricchi di miserie possiamo fare esperienza della ricchezza della misericordia di Dio”.

Martinez usa un’immagine efficace per tratteggiare questo giubileo, appena avviato dal grande gesto del Papa: E’ il Cielo che incontra la Terra. E in questo abbraccio c’è la possibilità per gli uomini di una vita nuova, una vita fatta di tenerezze, di compassione, di gesti concreti. Ed è gioia quando una povertà viene vinta, quando una tristezza viene redenta”.

Ma tutta questa grazia non può, e non deve, apparirci del tutto scontata. Ce lo rammenta don Pasqualino Di Dio, iniziatore del Movimento della Divina Misericordia e fondatore della Piccola Casa della Misericordia di Gela, quando sottolinea che  la misericordia si accompagna sempre alla giustizia: “Per ottenere il perdono gratuito e senza limiti di Dio dobbiamo avere la forza di riconoscerci peccatori, dobbiamo avere la percezione delle nostre miserie, dei nostri limiti. La misericordia vuol dire, in fondo, anche responsabilità”.

Da non dimenticare, poi, che tutti abbiamo necessità della misericordia di Dio. “La tentazione che potrebbe coglierci - spiega Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Azione Cattolica - è quella di pensare che bisognosi della misericordia di Dio siano gli altri, non noi.  E’ un po’ la superbia del figlio maggiore della parabola del ‘ figlio prodigo’: pensare di essere a posto con Dio, di non avere, diciamo così, contenziosi. Combattiamola! Altrimenti rischiamo di gettare tesori preziosi nella spazzatura”.








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