2015-12-06 13:59:00

Papa a RnS: animare città secolare. Martinez: con la novità dello Spirito


"Camminare in novità di vita e, resi fecondi dalla preghiera carismatica personale e comunitaria, contribuire con la forza rinnovatrice del Vangelo all'animazione cristiana della città secolare". Questa l’esortazione di Papa Francesco rivolta al Rinnovamento nello Spirito, riunito al Palacongressi di Rimini per la trentanovesima Conferenza degli animatori. Su queste parole ascoltiamo Salvatore Martinez, presidente nazionale del movimento, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Siamo in un cammino: in un cammino di Chiesa. Il Papa ci diceva nel luglio scorso, in occasione della nostra convocazione in Piazza San Pietro: un cammino che si deve esprimere in una novità di vita. E quando si ha a che fare con lo Spirito Santo, tutto è nuovo, incessantemente nuovo o rinnovato e quindi la dimensione della vita nuova nello Spirito ci appartiene, non soltanto nel linguaggio ma proprio nella nostra sensibilità. Ci raduniamo nel nome del Signore ma per sperimentare ogni volta l’originalità del Vangelo, la novità di ciò che lo Spirito costantemente ci suggerisce. E il Papa indica un metodo: è proprio la preghiera comunitaria carismatica, cioè questa preghiera vissuta nello Spirito Santo, mediante lo Spirito come dice il tema di questa conferenza, che è capace di determinare il dinamismo, il cammino, la novità e poi – dice il Papa – la forza: questa forza innovatrice che è la forza della prima comunità cristiana, è la forza del bene dinanzi al male, che è la forza di questi carismi che sono proprio gli attrezzi dello Spirito attraverso i quali noi facciamo vedere l’efficacia del Vangelo.

D. – Il Rinnovamento nello Spirito come si prepara a vivere il Giubileo della Misericordia?

R. – Credo proprio con le parole che il Papa ci consegna nel messaggio: cioè, tutto questo che abbiamo ricordato deve poi avere uno sbocco, e cioè l’animazione cristiana della città secolare, quell’umanesimo cristiano che il Pontefice ha ricordato a Firenze, alle nostre Chiese d’Italia. Insomma, c’è bisogno che la forza dello Spirito si avverta nella storia. Questa inclusione sociale che tanto ci sta a cuore guardando ai poveri, agli ultimi, deve poterci far dire che spiritualmente nessuno dev’essere eslcuso: allora diventa Giubileo, diventa gioia, allora diventa racconto della misericordia. In un intervento dicevo: dobbiamo essere misericordiosi più che “mistericordiosi”, cioè troppo mistero sembra aleggiare introno alla fede. La fede non è un teorema, la fede non è una dottrina astratta: la fede è un’esperienza. E “giubilo” parla di gioia, di qualcosa di estremamente concreto; “misericordia” parla di cuori, di cuori che sono immersi nell’amore di Dio, nella compassione di Dio. Ecco, tutto questo – il Papa dice – dev’essere animazione, e cristiana, cioè alla maniera di Cristo, e deve entrare nella storia. Si apre questa porta della misericordia, questa porta giubilare, e il Rinnovamento non solo non vuole stare nelle retrovie, ma deve davvero segnare in modo importante, significativo – ed è la nostra grande attesa, la nostra grande speranza – questo Giubileo della Misericordia.

D. – Papa Francesco compie mille giorni di Pontificato: cosa sta portando il suo ministero alla Chiesa?

R. – Uno sguardo così profondo, così incarnato, così appassionato, capace di entrare nella vita della gente, che continua a sorprendere. Sorprende i vicini e sorprende i lontani: talvolta disarma, altre volte manda profondamente in crisi strutture di pensiero, strutture organizzative … E in questo non si può non sentire un soffio rinnovatore, riformatore. Lo diceva già Paolo VI, siamo a 50 anni dal Concilio ecumenico Vaticano II: “Sì, potremmo rinnovare tutte le strutture della Chiesa, ma attenzione a non rinnovare l’anima della Chiesa!”. E l’anima è lo Spirito Santo. Come ho avuto modo di dire più volte, anche al Pontefice, quando ne ho avuto la possibilità, il suo è davvero un Pontificato improntato alla libertà dello Spirito e dove c’è libertà questa è libertà libera, quindi una libertà liberante. Gesù è più vicino alla gente, lo si percepisce, lo si avverte nel sentimento, nell’emozione, nella decisione, nella volontà e di tutto questo dobbiamo rendere grazie al Signore perché in questi 50 anni post-conciliari, partendo da Paolo VI, giungendo a Papa Francesco, abbiamo visto in quanti modi lo Spirito sta parlando alla Chiesa, in che modo profondo continua a rinnovarla, a renderla sempre più vicina agli uomini come strumento di salvezza e quante meraviglie ordinariamente, ogni giorno noi possiamo testimoniare, accertare, quindi raccontare. Il Vangelo è vivo, e Papa Francesco ne è una dimostrazione eloquente.








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