2015-12-05 11:30:00

Libano. Vescovi: presidenziali grande opportunità per il Paese


La soluzione di compromesso che sta lentamente maturando tra le contrapposte forze politiche libanesi per l'elezione di Suleiman Franjieh alla presidenza della Repubblica rappresenta “una grande opportunità” per superare il blocco istituzionale che da tempo paralizza il Paese dei Cedri. È quanto affermano, in una nota, i vescovi maroniti libanesi, riunitisi ieri in assemblea mensile presso la sede patriarcale di Bkerké, sotto la presidenza del patriarca Boutros Bechara Rai.

Appello a tutte le forze politiche: necessaria la cooperazione
Tutte le forze politiche – si legge nel documento, ripreso dall’agenzia Fides – sono chiamate ad “accordarsi e cooperare”, nella consapevolezza che “il presidente è la pietra angolare dell'edificio nazionale, nelle sue dimensioni storiche e istituzionali”. Nuovo capo di Stato dovrebbe diventare, dunque, Suleiman Franjieh, cristiano maronita, amico d'infanzia del presidente siriano, Bashar Assad, e leader del "Movimento Marada", Partito di orientamento cristiano democratico nato nel 1991. Franjieh succederebbe così a Michel Sleiman, il cui mandato è scaduto nel maggio 2014 provocando uno stallo istituzionale che prosegue da oltre un anno e mezzo.

No alla violenza. In preghiera per i metropoliti rapiti in Siria nel 2013
Dalla nota dei vescovi maroniti emerge anche la loro forte preoccupazione per la ripresa di attentati in Libano, tra cui l’attacco terroristico avvenuto i primi di novembre a Bourj el-Barajneh, quartiere sciita a sud di Beirut. “La violenza che si diffonde nel Libano e nel mondo – scrivono i presuli – riflette, come dice Papa Francesco, una sorta di guerra mondiale diffusa”. Una preghiera, in particolare, viene elevata per la liberazione dei metropoliti Boulos Yazigi (della Chiesa ortodossa di Antiochia) e Mar Gregorios Youhanna Ibrahim (della Chiesa siro-ortodossa) rapiti ad Aleppo, in Siria, il 22 aprile 2013.

Libano, “Paese-messaggio” di libertà e pluralismo
Di qui, l’auspicio che la pace ritorni in tutta la regione mediorientale, con la consapevolezza che in questo contesto il Libano può ritrovare tutto il suo senso di "Paese-messaggio" di libertà e pluralismo per l’Oriente e l’Occidente, come lo definì Giovanni Paolo II in una lettera ai vescovi della Chiesa cattolica, siglata il 7 settembre 1989. Dai presuli viene lanciato un appello anche a tutti i libanesi, affinché ritrovino la loro “responsabilità nella diffusione di questo messaggio e nel consolidamento di questo modello". 

Cop21: combattere inquinamento per salvaguardare il Creato
L’Assemblea maronita libanese si è poi soffermata sulla Cop21, la Conferenza internazionale sul clima in corso a Parigi, richiamando “l’attenzione dei fedeli sull’importanza di questo evento mondiale e invitando a tenere in seria considerazione la questione della salvaguardia dell’ambiente, combattendo tutti i tipi di inquinamento che sono all’origine di malattie mortali”.

Prepararsi al Giubileo con preghiera, penitenza e carità
Infine, guardando all’imminente Giubileo straordinario della misericordia, che si aprirà l’8 dicembre, i vescovi invitano i fedeli a “prepararsi con la preghiera, la penitenza, i gesti di carità e l’amore verso i poveri, invocando Cristo, principe della pace, affinché possa portare la riconciliazione nel Paese e nel cuore di tutti”. (I.P.)








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