2015-12-05 14:00:00

Bagnasco: politiche più concrete ed efficaci per le famiglie


“Dove le famiglie sono sostenute si realizzano le condizioni per una più equilibrata crescita dell’intera società. Il sostegno alle famiglie genera fiducia”. Questo il cuore del messaggio che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto arrivare alla quarta edizione del Festival della Famiglia, a Riva del Garda. All’incontro, svoltosi sul tema “Comunità educanti, per il benessere sociale e la competitività dei territori”, ha partecipato anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco. Il porporato ha ribadito l'urgenza di politiche a tutela della famiglia. Ascoltiamo il suo commento raccolto da Marina Tomarro:

R. – Delle politiche più efficaci, più concrete e puntuali, ce n’è assoluto bisogno. Non le vediamo. Non le vediamo e pertanto le invochiamo. E questo è un momento propizio, favorevole, significativo, per chiedere proprio ai responsabili questo tipo di intervento che sia non di parole, ma di fatti concreti.

D. – Eminenza, in questi giorni ancora polemiche sul ddl Cirinnà, lei cosa ne pensa?

R. – La Chiesa, come sempre, afferma e sostiene la famiglia secondo la nostra Costituzione che è appunto formata da un uomo e da una donna, basata sul patto matrimoniale, aperta alla vita, luogo fondamentale e insostituibile non soltanto per la generazione dei figli, ma anche per la prima e fondamentale educazione dei figli alle virtù civili e umane e, se credenti, anche di fede.

D. – Siamo alla vigilia del Giubileo della Misericordia, che cosa vuol dire la misericordia nella famiglia?

R. – La capacità di perdonarsi, tutti i giorni! La capacità di ricominciare quotidianamente e di lottare. Ho sentito a Filadelfia, durante la Giornata mondiale delle famiglie, testimonianze da tutto il mondo di coppie, di famiglie, molto belle, tutte in situazioni non facili: malate, persone anziane, figli disabili, eccetera, ma tutti hanno fatto appello alla forza della preghiera, della grazia e al fatto che la fedeltà coniugale è una lotta ed è una lotta tutti i giorni, perché bisogna ricominciare con la preghiera e con la buona volontà e con spirito di sacrificio.

D. – In che modo, oggi, la Chiesa cattolica si fa comunità educante per la famiglia?

R. – La Chiesa cattolica, per natura sua, è comunità educante, lo è sempre stata, in quanto annuncia Gesù, che è la pienezza dell’umano. E, pertanto, attraverso le comunità parrocchiali, attraverso le associazioni, i gruppi, i movimenti, crea dei luoghi educativi nei quali i ragazzi – grazie ai loro genitori – possono trovare non soltanto l’indicazione di valori autentici, ma anche l’esperienza concreta di questi valori.

D. – E in questi giorni si è parlato molto anche del problema dei festeggiamenti del Natale a scuola…

R. – Si tratta di un discorso innanzitutto culturale e non solo religioso. La cultura che è la nostra tradizione delle radici cristiane – dell’Italia, dell’Europa, eccetera – che la storia ci conferma. Negarle vuol dire essere miopi o ideologici. Pertanto, non è innanzitutto o soprattutto un discorso religioso, ma è anche un discorso di carattere culturale che innerva la società, la nostra società. Quindi, non c’è contrapposizione, c’è semplicemente una situazione di fatto dove chi viene, chi sceglie di venire, sa di venire all’interno di una cultura, di una storia, che non è contro nessuno ma è inclusiva.








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