L'allarme è stato lanciato dall'Unicef (Fondo Onu per l'infanzia): oltre tre milioni di giovanissimi nel paese himalayano rischiano serie conseguenze o addirittura la morte nei mesi invernali per l'impossibilità di disporre di combustibile, cibo, medicinali e vaccini in quantità adeguata. Responsabile il blocco parziale delle frontiere con l'India, quelle da cui transita in condizioni normali la maggior parte dei beni d'importazione ma che da dieci settimane sono sottoposte da un lato alle proteste della locale popolazione Madeshi che aveva chiesto inutilmente che loro regione, il Terai (Madesh) diventasse una delle province autonome previste nella nuova costituzione, e dall'altro alle decisioni dell'India, favorevole alle istanze dei Madeshi ma che dichiara di limitare i traffici transfrontalieri per ragioni di sicurezza.
Rischio patologie per i più piccoli che il Paese non può affrontare
L'inverno è arrivato anche in Nepal e con esso i disagi abituali del freddo e delle
precipitazioni, a cui si aggiungono quelli del dopo-terremoto con una ricostruzione
lontana anche dall'essere avviata. Elementi che accrescono il rischio di patologie,
soprattutto per i più piccoli, che il Paese non è in grado oggi di affrontare. I depositi
governativi hanno esaurito il vaccino contro la tubercolosi, mentre anche altri vaccini
come pure gli antibiotici sono a livello critico.
L'Onu ha sollecitato India e Nepal per la riapertura delle frontiere
Sono almeno 200.000 le famiglie terremotate che vivono in condizioni precarie ad una
altitudine superiore ai 1.500 metri dove le condizioni climatiche risulteranno ancora
più difficili. Il segretario dell'Onu Ban Ki-moon ha nei giorni scorsi lanciato un
appello ai governi di Kathmandu e New Delhi affinché giungano presto a un accordo
per la riapertura della frontiera per ragioni umanitarie. (C.O.)
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