Una nuova lettera-appello è stata rivolta ai rappresentanti del Parlamento iracheno dal Patriarca di Babilonia dei caldei, Louis Raphael Sako, per sollecitarli a rompere gli indugi e superare le eventuali resistenze poste alla già approvata modifica della legge che attualmente dispone il passaggio automatico alla religione islamica dei figli minori, quando accade che uno dei due genitori non musulmani si converte all'islam.
Sako ricorda che il Corano afferma che "non c'è obbligo nella religione"
Nella lettera, diffusa dei media ufficiali del Patriarcato caldeo e ripresa dall'agenzia
Fides, il Patriarca caldeo ricorda che i bambini cristiani, sabei, mandei e yazidi
non vogliono diventare musulmani nel caso che un loro genitore si converta all'islam,
e cita tutti gli articoli della Costituzione che affermano e tutelano l'uguaglianza
tra i cittadini, come l’articolo 37/2 ("Lo Stato garantisce la protezione dell'individuo
dalla coercizione intellettuale, politica e religiosa") e l'articolo 42 ("ogni individuo
deve godere della libertà intellettuale, di coscienza e di fede"). Nella lettera del
Patriarca viene citata anche la raccomandazione del Corano secondo la quale "non c'è
obbligo nella religione".
I cristiani partecipano ai riti islamici ed accolgono gli sfollati musulmani
"I cristiani – scrive il Primate della Chiesa caldea - “partecipano ai riti religiosi
islamici come la Ashura e la ricorrenza della nascita del Profeta Maometto, e varie
chiese in Occidente hanno aperto le loro porte per accogliere gli sfollati musulmani,
permettendo loro di praticare i loro riti religiosi al loro interno. (…). Noi speriamo
che i musulmani si comportino allo stesso modo nei nostri confronti, perché l’Islam
è una religione di misericordia e perdono".
Il Patriarca invita a rispettare le modifiche apportate alla legge
La richiesta rivolta ai parlamentari iracheni è sempre quella di permettere ai minorenni
di mantenere la religione che avevano alla nascita, fino al raggiungimento della maggiore
età, quando saranno liberi di scegliere la propria appartenenza in piena coscienza.
Secondo quanto riportato dal sito Baghdadhope, il nuovo intervento del Patriarca caldeo
è stato ispirato anche dal fatto che alcuni parlamentari si sono rivolti all'ayatollah
sciita Ali Al Sistani per avere un suo parere riguardo alla modifica della legge,
già disposta dal Parlamento. Con la lettera, il Patriarca ha voluto implicitamente
rimarcare che le decisioni prese non possono essere ora cambiate, anche nel caso Sistani
esprimesse un parere negativo rispetto alla modifica della legge. (G.V.)
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