2015-12-03 11:00:00

Giornata Disabilità. Argentin: rispondere a diritti negati


Oggi è la Giornata internazionale delle persone con disabilità, un'occasione per promuovere la piena inclusione e allontanare ogni forma di discriminazione. Per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella "è compito della società nel suo insieme ...far crollare le barriere, fisiche e culturali, che impediscono una piena partecipazione alla vita della societa'". In Italia, nella Legge di Stabilità è previsto un fondo da 90 milioni per il “dopo di noi”, dunque per aiutare i disabili gravi che vivono soli e hanno risorse economiche scarse. Tra i promotori, la deputata Ileana Argentin. Alessandro Guarasci l’ha intervistata:

R. – Io credo che il fatto che ci sia una Giornata vuol dire soltanto che ancora c’è il bisogno di rispondere a dei diritti negati. Perché noi non è che festeggiamo la disabilità: noi rivendichiamo la Giornata per i diritti dei disabili.

D. – A livello nazionale sicuramente ci sono differenze territoriali. Quanto incidono su questo le politiche dei Comuni, secondo lei?

R. – Moltissimo! Gli enti locali sono fondamentali, perché sia l’assistenza che la sanità è decentrata, è demandata alle Regioni. Quindi avere la fortuna di nascere in un posto o la sfortuna di nascere in un altro fa una grande differenza… Ci tengo a dire che, soprattutto per quanto riguarda la sanità, ad esempio, nel Lazio viviamo grossissimi problemi perché la Regione Lazio ancora non si è messa in equilibrio ed è sì “commissariata” in qualche modo.

D. – Secondo lei, bisogna cominciare anche un’azione nelle scuole per far capire che alcuni atteggiamenti sono sbagliati e sono lesivi dei diritti di altri?

R. – Io credo di sì! Se noi insegniamo ai ragazzi  e sensibilizziamo su alcune tematiche, rivendicando il grande fenomeno della diversità come patrimonio e non come limite, credo che poi, quando diventeranno adulti e grandi, educheranno, a loro volta, i loro figli e le cose potrebbero cambiare. Il vero problema della disabilità ancora oggi - mi creda - non sono l’assistenza, le barriere, ma sono le barriere culturali: il pregiudizio è il limite del non riconoscimento delle persone più fragili.

D. – Lei è tra i proponenti di una cosiddetta legge sul “Dopo di noi”. In Italia si sta cominciando a cambiare su questo fronte? Si sta cominciando a delineare anche tra le priorità del welfare questo aspetto?

R. – Assolutamente si! Basta vedere la Legge di Stabilità, in cui sono previsti finanziamenti. Finalmente abbiamo un capitolo di bilancio per il “Dopo di noi”. Questo fa sicuramente la differenza e sicuramente possiamo dire che dal prossimo anno in poi per i genitori anziani ci saranno delle risposte in Italia, sempre che vengano poi applicati bene questi finanziamenti dai Comuni e dalle Regioni … Però ora lo Stato ci ha pensato, c’è una norma, ci sono i finanziamenti e quindi tutte le carte in regola per rispondere ai genitori anziani che hanno figli con disabilità gravi.








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