2015-12-02 14:30:00

Ucraina: Lettera pastorale di Shevchuk per il Giubileo


Ricevere la misericordia, condividerla, testimoniarla: queste le tre linee-guida indicate dall’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatolslav Shevchuk, Capo del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina, in una lettera pastorale indirizzata ai fedeli in occasione del Giubileo straordinario della misericordia. L’Anno Santo, indetto da Papa Francesco, avrà inizio martedì 8 dicembre, mentre la missiva verrà letta nelle Chiese greco-cattoliche ucraine al termine della Divina liturgia di domenica 13 dicembre.

Accettare misericordia di Dio attraverso Sacramento della riconciliazione
“È tempo – si legge nel documento pastorale – di guarire le ferite del corpo e dell’anima, di ritornare a Dio, di riscoprire la misericordia”. Di qui, la sottolineatura di “un aspetto importante di questo Anno Santo”, ovvero “l’invito, rivolto a ciascuno, a ricevere la misericordia di Dio”. Tuttavia, spiega l’arcivescovo ucraino, “per accettare e vivere tale misericordia, dobbiamo tornare ad accostarci al sacramento della penitenza e della riconciliazione”. Un’abitudine che, “sfortunatamente, in molte parti del mondo”, sembra “dimenticata e poco praticata”. E la conseguenza è “la perdita del senso del peccato”. Per questo, l’arc. Shevchuk lancia un appello affinché “tutti i battezzati che si dicono cristiani, ma che raramente si confessano”, tornino a farlo, così da “poter ricevere l’amore di Dio”.

Condividere misericordia di Dio nel mondo deturpato da sofferenza umana
Un secondo aspetto del Giubileo evidenziato nella lettera pastorale riguarda “la condivisione della misericordia di Dio” con il prossimo, così da essere fedeli al motto scelto dal Papa per l’Anno Santo, ovvero “Misericordiosi come il Padre”, tratto dal Vangelo di Luca. “In tal modo – scrive l’arcivescovo ucraino – non solo esprimiamo la nostra gratitudine a Dio per la sua misericordia, ma riveliamo al nostro prossimo il volto e la presenza di Dio nel mondo, mondo che è spesso deturpato da sofferenze umane, solitudine, paura e disperazione”. “I fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina – ribadisce l’arcivescovo – non importa in quale parte del mondo vivano, sentono la sofferenza ed il dolore di milioni di cittadini ucraini” a causa dell’attuale conflitto in corso con i ribelli filorussi. Ed è per questo che bisogna “cogliere l’opportunità di essere misericordiosi”.

Testimoniare misericordia di Dio e forza del suo amore
L’esortazione dell’arcivescovo è, quindi, ad essere misericordiosi in famiglia ed in parrocchia, affinché “nessuno si senta dimenticato, abbandonato, trascurato, a prescindere dalla sua nazionalità, dal suo stato sociale, dalla sua religione o schieramento politico”. La terza indicazione per il Giubileo riguarda, invece, “il diventare testimoni della misericordia di Dio”, “una vocazione” che il popolo ucraino ha sempre avuto – sottolinea l’arcivescovo Shevchuk – sia in passato, “nei tempi difficili della persecuzione”, sia oggi, “dal momento che i soldati ucraini, e coloro che li sostengono fisicamente e spiritualmente, sono divenuti testimoni notevoli della forza dell’amore” in tempo di guerra. Per questo, “non bisogna tacere la grande opera misericordiosa di Dio”, così che “tutti possano conoscerla e viverla”.

Maria, “Porta Santa” verso Cristo
Infine, l’arcivescovo ucraino esorta i fedeli a porsi “sotto la protezione di Maria, Madre della Misericordia”, Colei che “come una Porta Santa”, permette all’umanità di accostarsi a Cristo. (I.P.)








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