Una decisione “inquietante”. Così i vescovi dell’Irlanda del Nord hanno espresso tutto il loro sconcerto per la sentenza della Corte suprema di Belfast che ieri ha definito la legge che proibisce l’aborto una violazione dei diritti umani. In Nord Irlanda non è applicata la legge che nel 1967 ha legalizzato l’aborto nel Regno Unito, ma una normativa molto più restrittiva che permette di abortire solo nel caso di pericolo per la vita della madre e prevede la condanna all’ergastolo per le donne che praticano l’aborto in maniera illegale. Secondo la Corte di Belfast, questa normativa è una violazione della convenzione europea sui diritti umani, in particolare perché impedisce di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza anche alle donne che hanno subìto uno stupro, o nel caso che sia diagnosticata una grave deformità del feto.
Una sentenza che sancisce una discriminazione
Un giudizio che per i vescovi nord-irlandesi rivela tutte “le contraddizioni e l’illogicità
di leggi che invocano la non discriminazione contro bambini che soffrono di disabilità
come la Sindrome di Down o la spina bifida, ma poi permettono un aborto selettivo
per impedire a quegli stessi bambini di nascere”. “Con questa decisione la Corte suprema
ha di fatto stabilito che la vita di alcuni bambini merita più protezione, amore e
cure di altri”, affermano in una nota. “Bambini vulnerabili e innocenti che soffrono
di condizioni di disabilità e bambini concepiti da una violenza sessuale di cui non
sono responsabili, non avranno più la tutela della legge per fare valere il loro innato
diritto alla vita". I presuli ricordano in proposito le parole di Papa Francesco
nella “Laudato si’ in cui il pontefice afferma che “se si perde la sensibilità personale
e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza
utili alla vita sociale si inaridiscono”
L’aborto non è una risposta umana a gravidanze difficili
L’uccisione diretta e intenzionale di un bambino non nato – ribadiscono in conclusione
i vescovi – non può mai essere risposta umana , compassionevole e giusta a circostanze
complesse e delicate di una gravidanza difficile”. (A cura di Lisa Zengarini)
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