2015-12-01 08:21:00

Burkina Faso: eletto il presidente Kabore


Nuovo presidente per il Burkina Faso, con oltre il 50 per cento è stato eletto Roch Marc Christian Kaboré, ex premier favorito nei sondaggi. A lui il compito di guidare il Paese africano dopo l’era di Blaise Compaoré, al potere per ben 27 anni, deposto da una sommossa popolare, nell’ottobre di un anno fa, ora in esilio in Marocco. Roberta Gisotti ha intervistato Enrico Casale, redattore della rivista “Africa” dei Padri Bianchi:

Primo capo di Stato eletto democraticamente dal 1978, in una rosa di 14 candidati, Christian Kaboré 58 anni - già premier del Burkina Faso fra il ‘94 e il ’96 e presidente del Parlamento prima di cadere in disgrazia agli occhi di Compaoré - ha conquistato il 53% dei voti su 5 milioni e mezzo di elettori, doppiando il rivale Zephirin Diabré, con il 21% dei consensi. Elezioni travagliate, già previste ad ottobre e rinviate per un tentato e breve colpo di Stato del generale Diendere, braccio destro dell’ex capo di Stato Compaoré, al potere - ricordiamo -  dal 1987, grazie ad un golpe, intenzionato a cambiare la Costituzione per estendere il suo mandato e per questo infine deposto da una sollevazione popolare. Dunque, grandi le attese sul nuovo presidente Kaboré perché possa mettere fine al caos in cui è precipitato il Paese da oltre un anno. Un buon segno è stato lo svolgimento pacifico del voto - sottolineato ieri con soddisfazione dal segretario generale dell’Onu Ban Ki moon - che ha pure evidenziato la forte partecipazione delle donne al processo elettorale. "Bisogna mettersi subito al lavoro", ha detto Kaboré appena eletto, elogiando gli organi di transizione ed aggiungendo: "è tutti insieme che dobbiamo servire il Paese" e promettendo "ai giovani, alle donne, agli anziani, "determinazione  per un aprire opportunità di un futuro migliore".

D. - Dunque quali prospettive? Enrico Casale:

R. – La cosa importante da sottolineare è come questa elezione sia stata un vero rito democratico, voluto dalla gente, che ha prima mandato a casa Compaoré dopo 27 anni di potere e poi ha reagito a un tentativo di golpe che cercava di ripristinare i vecchi equilibri politici. Quindi, l’elemento positivo è che la prassi democratica si è affermata nel Burkina Faso.

D. – Quali sono i principali problemi che dovrà affrontare Kaboré?

R. – Il Burkina Faso è uno dei Paesi più poveri al mondo. E’ un Paese senza grandi risorse naturali e con una forte immigrazione, soprattutto in passato, nei Paesi vicini. Quindi, è chiaro che i temi principali che dovrà affrontare sono quelli soprattutto di uno sviluppo economico del Paese. Ricordiamo anche che il Burkina Faso si trova comunque in una fascia che è quella saheliana, che in questi ultimi anni è stata sconvolta anche dai problemi del terrorismo e del fondamentalismo islamico: temi che, per il momento, sono ancora estranei al Burkina Faso, ma lo toccano da molto vicino e  quindi certamente dovrà farci i conti.

D. – Ora, il Burkina Faso potrà però aspirare a maggiori aiuti dalla Comunità internazionale, avendo un governo eletto democraticamente?

R. – Certamente. Io credo che proprio questo processo democratico favorirà un afflusso maggiore di capitali dall’estero e di aiuti dalle grandi organizzazioni internazionali. Questo è uno degli effetti positivi di questa svolta democratica.








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