Russia e Turchia: è scontro su Siria e lotta al terrorismo

Non accenna a diminuire la tensione tra Russia e Turchia dopo l’abbattimento, martedì scorso, di un jet di Mosca lungo il confine siriano, nonostante le proposte di incontri tra le due cancellerie. Il Cremlino critica le intenzioni reali di Ankara nella lotta al terrorismo e come ritorsione economica decide da gennaio di reintrodurre dei i visti per i cittadini turchi. Intanto la diplomazia internazionale continua il suo lavoro per arrivare ad una coalizione allargata nella lotta contro il sedicente Stato islamico in Siria e Iraq. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Sono minacce e scambi di accuse a segnare ancora le ultime ore dei rapporti tra Russia e Turchia: Erdogan propone al suo omologo russo l’incontro lunedì prossimo a margine della Cop 21 a Parigi per chiarire le accuse insensate lanciate in merito alla vicenda del jet abbattuto. Putin accoglie l'invito, ma fa sapere che non parlerà se non prima di scuse ufficiali, anche perché gli ultimi dettagli che gli arrivano dalla sua aereonautica dicono che l'attacco degli F16 turchi era pianificato da tempo e che il Su 24 al momento dell’abbattimento era ad almeno 5 km dalla frontiera turca. "Niente scuse" risponde dal canto suo Erdogan, "avvisiamo cordialmente la Russia di non scherzare col fuoco". Il riferimento è anche a quanto rilanciato da Mosca sulla lotta all’Is in Siria e cioè che la Turchia fornisce ai miliziani "armi e supporto logistico" in cambio di "petrolio rubato" dai jihadisti. Ed ecco allora le ritorsioni economiche,a partire dal reinserimento dei visti per i cittadini turchi dal primo gennaio 2016. La risposta di Erdogan è durissima, altrettanto le sue accuse: supportare il regime sanguinario di Assad, colpire gruppi di opposizione che hanno una legittimazione internazionale con la scusa di combattere contro l'Is e soprattutto usare un incidente in cui la ragione della Turchia e' accettata dal mondo intero, come scusa per tormentare i cittadini che sono in Russia.