2015-11-25 12:36:00

Giubileo. Gabrielli: istituzioni in prima linea per la sicurezza


"Il 2 dicembre faremo una prima esercitazione della Sala Gestione Giubileo, in occasione dell'udienza del Papa del mercoledì. Sarà la prima prova in cui testeremo tutto quello che abbiamo provato a realizzare in questi mesi". Lo ha detto stamani il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, durante la recente presentazione delle iniziative che la Prefettura ha avviato con le Università statali romane per assicurare un supporto scientifico e organizzativo al Giubileo circa le attività del "Press point"’ e della Sala Gestione Giubileo. Tra le iniziative di comunicazione alla città degli eventi giubilari, si inserisce “InfoGiubileo”,  network di servizio per pellegrini, romani e turisti presenti a Roma, promosso, tra gli altri, dalla Radio Vaticana. Luca Collodi ne ha parlato con il prefetto di Roma, Franco Gabrielli:

R. – Intanto, diciamo che questo tipo di informazione era una buona pratica sperimentata addirittura nel Giubileo del Duemila: nasce proprio con  la Radio Vaticana, che nel tempo non è stata soltanto un’emittente radiofonica ma è anche uno strumento per gestire le situazioni che riguardavano le vicende di Piazza San Pietro o di via della Conciliazione. Un’iniziativa che poi ha trovato alcuni significativi compagni di strada, come l’Agenzia per la mobilità, Luce verde e Aci e oggi, grazie al Giubileo straordinario della Misericordia, anche Ferrovie italiane. Quindi, riteniamo "InfoGiubileo" una buona pratica che vogliamo proseguire e che, nella nostra ambizione, dovrà accompagnare la città di Roma non soltanto per l’anno giubilare ma per gli anni a seguire.

D. – Prefetto Gabrielli, molti guardano con preoccupazione alla sicurezza…

R. – Credo che il tema della sicurezza avesse già pesantemente caratterizzato questo appuntamento. I tristissimi nonché tragici eventi del 13 novembre di Parigi lo hanno ulteriormente riattualizzato. Questi sono temi con i quali bisogna saper convivere, sono temi che debbono vedere soprattutto le istituzioni presenti, perché alle istituzioni è demandata principalmente la garanzia della sicurezza. Anche i cittadini devono essere consapevoli della situazione di rischio, ma anche del fatto che le istituzioni stanno cercando di fare il possibile perché questo rischio ovviamente non si avveri, perché il "rischio zero" non esiste, la sicurezza assoluta non esiste. Però, certamente, ci si può avvicinare.

D. – Tuttavia, c’è chi scherza con il fuoco. Mi riferisco ai falsi allarmi che seminano paura e sospetti, frutto di persone che vogliono creare problemi alla comunità cittadina…

R. – Indubbiamente, questa è un’ulteriore variabile rispetto ai temi della sicurezza, quelli ovviamente più importanti, con i quali bisogna comunque fare i conti. In questo mondo della mitomania, o comunque del falso allarme, poi, convergono le situazioni più disparate: dallo psicolabile a chi vuole, come diceva lei correttamente, suscitare una situazione di ulteriore disagio e quindi di insofferenza e quindi di reazione soprattutto nei confronti delle istituzioni. Ripeto: queste purtroppo sono circostanze non tipiche di questo momento. Sono tipiche delle situazioni di crisi che il Paese ha già vissuto e sulle quali poi si innestano queste cose da sottolineare in negativo, non solo perché arrecano ulteriore disagio ai cittadini, ma perché stressano il sistema di sicurezza e rendono la nostra vita quotidiana assolutamente meno vivibile.

D. – E’ d’accordo nel dire che non si risolve il problema del terrorismo solo militarizzando la città?

R. – L’invito che sto cercando di rivolgere a tutti è quello di continuare a vivere la propria vita, perché di fronte a questo tipo di minaccia ci sono veramente pochi antidoti da parte della gente comune, mentre ce ne sono molti che attengono – ovviamente – alle istituzioni che devono mettere in campo tutto quello che è possibile perché la gente viva la propria vita. Io ritengo che la risposta migliore a questi attacchi terroristici sia quella di dimostrare che noi siamo più forti di queste minacce, di questi criminali. Pur consapevoli della loro esistenza e della loro possibilità di arrecarci gravi danni. Ma dobbiamo essere più forti.

D. – Quanto sarà importante un’informazione corretta durante l’anno giubilare?

R. – Fondamentale! Io – come Protezione civile – ritenevo che l’informazione nel suo complesso fosse una struttura operativa del Servizio nazionale di Protezione civile. A maggior ragione, lo ritengo in queste circostanze. L’informazione è fondamentale e tanto più l’informazione è fondamentale se è validata. Viviamo in un’epoca nella quale la possibilità di accedere all’informazione, alla notizia, è la più disparata, ma è assolutamente un accesso indiscriminato. Noi invece abbiamo bisogno di informazioni validate, di informazioni che diano ai cittadini le notizie di cui hanno bisogno per la loro vita, per la loro mobilità, per il loro essere parte di una comunità.








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